Il sapore degli scarpinocc e non solo. Perché non basta la ricetta dei celebri ravioli tipici del paese a rendere la sagra una ricorrenza così sentita. L’ingrediente irrinunciabile è l’entusiasmo, la passione e la generosità dei volontari. Un esercito di parresi di ogni generazione che mette anima e cuore per portare avanti le tradizioni del paese. Parre riparte così. Nei giorni scorsi il ritorno della sagra ha avuto un sapore speciale. Pur con tutte le precauzioni e le limitazioni che l’emergenza sanitaria ancora impone, è tornata l’aria di festa. È tornato un forte clima di comunità. È tornato un paese che ha sofferto ma non ha perso la voglia di darsi da fare.
“Abbiamo iniziato a parlare di sagra la scorsa primavera, in una situazione tutt’altro che definita – inizia a raccontare Fabio Tresoldi, vice-presidente della Pro loco, in un attimo di pausa dal lavoro della sagra -. Parlavamo e pensavamo sempre con un ‘se’ davanti A giugno l’organizzazione si è concretizzata, pur sapendo che avremmo dovuto convivere con delle restrizioni. Ci siamo appoggiati ad uno studio adeguato per avere tutte le istruzioni circa il numero di persone da poter ospitare. La scelta obbligata è stata l’imposizione del green pass, di cui abbiamo spiegato le motivazioni”.
All’ingresso ci sono i controlli. Poi un nuovo sistema per le ordinazioni. 300 posti (con prenotazione) all’interno del pala don Bosco e 700 all’esterno. “Sicuramente non abbiamo potuto battere i record degli anni scorsi. Nel 2019 eravamo arrivati a vendere 150 mila scarpinocc, solo durante la festa. Quest’anno lasciamo da parte i numeri, pensiamo solo al buon senso e alla voglia di ripartire. Abbiamo denominato questa edizione ‘54 e mezzo’, con un duplice significato: da un lato il senso di rinascita, dall’altro la volontà che la sagra fosse un mezzo per ritrovarci e riscoprirci come comunità”.
Questa è l’aria che si respira nel pala don Bosco durante la festa, come nei giorni precedenti dedicati ai preparativi. “La pandemia ci ha fatto scoprire di essere fragili e precari, ma anche che insieme si può fare, pur con tutte le precauzioni. Per la realizzazione della festa sono impegnate le 15 persone del consiglio della Pro loco e un bel gruppo di volontari, quelli classici che ci seguono da anni: sono tra i 50 e i 100, ma più vicini ai 100 direi – sorride Fabio -. Già prima della sagra abbiamo organizzato due piccoli eventi, Zafferando e Alino’s Rebelot Party, oltre ad un evento a cui abbiamo partecipato, il torneo di calcio in memoria di Corrado Poli, che ci hanno permesso di ritrovarci e tastare il polso della situazione. La risposta è stata eccezionale”…
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