Giovanni e Matteo, 48 e 25 anni, uniti dalla passione per la montagna e dallo stesso tragico destino che se li è portati via per sempre. I due alpinisti bergamaschi hanno perso la vita durante un’ascensione. Erano partiti sabato 11 settembre dal rifugio Sasc Furà, in Svizzera, per raggiungere la parete Nord-Est del Pizzo Badile, in direzione della via Cassin, con l’intenzione di arrivare al rifugio Gianetti, in Valmasino, ma qui non sono mai arrivati.
Dopo la segnalazione del mancato rientro sono partite le ricerche, sia sul versante italiano, sia su quello elvetico; impegnati i tecnici della VII Delegazione Valtellina – Valchiavenna del Soccorso alpino, Stazione di Valmasino, il Sagf – Soccorso alpino Guardia di finanza, l’elisoccorso di Areu – Agenzia regionale emergenza urgenza di Caiolo (SO), in collaborazione con la polizia cantonale elvetica e la REGA – Guardia aerea svizzera di soccorso.
Durante la ricognizione sono state individuate alcune tracce sul versante svizzero, nei pressi di un crepaccio ai piedi della parete. Il recupero dei due alpinisti è stato effettuato dalla REGA.
Giovanni Allevi era originario di Brignano Gera d’Adda ma residente a Villa di Serio, veterinario, titolare della clinica veterinaria di via Ghislandi, in città, e papà di due bambini di 10 e 12 anni. Matteo Cornago invece era di Sorisole, avrebbe compiuto i 25 anni proprio lunedì13 settembre, era istruttore alla scuola di alpinismo del Cai.