Nomi, volti, vette, sguardi, cieli, venti. Restano lì, indelebili, su rocce o valli, restano lì, magari con la forma di un cippo con un nome e un volto, a fare memoria o a ricordare a chi passa che qualcosa non ha funzionato, che in ogni esperienza c’è un rischio, che anche nella meraviglia ogni tanto si spegne la luce. Sono state molte le vittime della montagna nel corso della primavera e dell’estate che ci lasciamo alle spalle. Nomi, volti, storie a cui abbiamo dato spazio sulle pagine del nostro giornale. Ma dall’inizio anno le vittime bergamasche o sul territorio della provincia sono state 15. Dalla valanga che si è portata via la vita dell’infermiere Claudio Rossi, poi la caduta di Fernando Bergamelli e Oscar Cavagnis sul Gran Zebrù a maggio, e ancora Francesca Mirarchi ai Laghi Gemelli lo scorso 30 luglio. Sarà l’emergenza sanitaria che tanto ci ha costretto a stare tra le mura di casa che in questo periodo la sensazione di libertà l’abbiamo trovata tra le montagne, all’aria aperta, tra i rifugi, per i sentieri, ad ammirare tutta quella meraviglia che avevamo già la fortuna di ammirare, ma che poco avevamo considerato. E quindi ecco aumentare anche le richieste di intervento da parte dei soccorsi per incidenti più o meno gravi, talvolta anche mortali. Il rischio zero non esiste – ce lo dice anche chi la montagna la vive non solo per passione ma anche per professione – e in molti casi le vittime sono alpinisti esperti.
SANDRA BIANCHI
Sandra Bianchi, da tutti conosciuta come Sandrina, ha perso la vita sul Gran Zebrù. Era lunedì 14 giugno quando la 26enne è precipitata durante la scalata della vetta, al confine tra Lombardia e Trentino. Il tragico incidente è accaduto poco dopo le 8 a quota 2800 metri, all’uscita Canale delle Pale Rosse. La vittima ed il compagno di cordata, dopo aver superato un passaggio difficile, pare si siano sganciati per continuare la scalata verso la vetta. Ad un tratto, però, la donna è scivolata precipitando per 600 metri. Per Sandrina non c’è stato nulla da fare.
DAVIDE CATTANEO
Davide Cattaneo aveva 48 anni, era originario di Como ma residente a Rino di Sonico. È stato ritrovato senza vita in un canalone particolarmente impervio, nella zona di Ercavallo, a una quota di circa 2700 metri, nel territorio di Ponte di Legno. Davide aveva fatto perdere le sue tracce sabato 28 agosto, pare si fosse incamminato nella Valle di Viso in direzione del rifugio Bozzi. Voleva recarsi a visitare le trincee delle Guerra Bianca, della quale è un grande appassionato. La famiglia, non vedendolo rientrare, aveva lanciato l’allarme ma attorno alle 10:30 del 31 agosto il suo corpo è stato ritrovato e recuperato dai soccorritori con l’utilizzo dell’elicottero.
FEDERICO MATTIACCI
Federico Mattiacci era originario di Milano, ma molto conosciuto a Montecampione dove trascorreva le sue estati ed era un punto di riferimento per il gruppo di animazione. Amante della montagna, lunedì 30 agosto si trovava in compagnia del fratello minore Luca e stava risalendo la cresta che da Cima Presena porta al Passo dei Segni, sulla Presanella, a quota 2900 metri. È scivolato e caduto per oltre cento metri. Il fratello, che si è dovuto allontanare dal luogo dell’incidente per trovare campo, ha lanciato l’allarme intorno alle 11.20, ma per lui non c’è stato niente da fare e le operazioni per il recupero del corpo si sono concluse poco dopo le 13. Federico aveva 32 anni, laureato in Scienze Motorie, era insegnante di educazione fisica all’Istituto di Cultura e Lingue delle Marcelline a Milano….
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