Metà mandato per Luca Macario. Dopo un’esperienza da assessore, nel 2019 Macario è diventato sindaco della sua città, Torre Boldone. Ha vissuto in prima linea l’esperienza tragica della pandemia. Che qui ha colpito profondamente. L’ha fatto da sindaco ma prima ancora da farmacista. Sempre in prima linea. In un attimo di pausa dalla sua vita frenetica si ferma per raccontarsi. Partiamo da dove è iniziata la sua avventura da primo cittadino. “Un anno prima della fine del suo mandato, l’allora sindaco Claudio Sessa mi disse che pensava io fossi la persona giusta per prendere il suo posto. In quel periodo ero capogruppo e la proposta mi entusiasmava e al contempo mi preoccupava perché era una sfida difficile per un ruolo molto impegnativo seppur gratificante. Quando ne abbiamo parlato con il gruppo, il loro entusiasmo mi ha motivato e fortunatamente i cittadini hanno condiviso il progetto e ci hanno premiato”.
E come l’hanno presa a casa? “Bene, alla fine è stata una decisione condivisa con la mia compagna Sara. Solo grazie a lei riesco ad affrontare tutte le difficoltà di ogni giorno, ci confrontiamo molto e con il suo supporto riesco ad avere sempre nuove idee e soluzioni ai problemi. Il confronto e il dialogo con Sara è alla base del nostro rapporto e tutte le scelte importanti le prendiamo insieme. Penso che sia felice della nostra scelta, anche se spesso ci toglie del tempo libero e dei momenti che potremmo dedicare a noi”.
E Luca in questo incarico ci sta mettendo anima e cuore. “La mia passione non è tanto per la politica quanto per l’amministrazione. Io e tutto il mio gruppo ci impegniamo a organizzare e gestire il Comune, la politica è un’altra cosa. Penso che per un sindaco la priorità debba essere la buona amministrazione, senza vincoli di partito ma con il solo obiettivo di risolvere i problemi concreti del territorio. Da ciò nasce la passione per quello che faccio, dall’amore per il mio territorio”.
Passiamo al Luca… farmacista. “Non è facile conciliare i miei due lavori, soprattutto in tempo di Covid. Durante i mesi più difficili della pandemia lavoravo dalle 6 del mattino fino a notte fonda e non è che poi durante la notte dormissi molto. Ora va un po’ meglio, ma lavoro comunque molto tutti i giorni, anche la domenica. Con due lavori di cui uno è quello di sindaco inevitabilmente la vita privata e familiare è un po’ sacrificata ma fortunatamente Sara è molto paziente”.
Quando era bambino, i suoi sogni erano diversi. “Da piccolo sognavo di diventare uno sciatore e uno scalatore: amavo la montagna e la amo tutt’ora, tanto che i cani che ho avuto li ho chiamati come le montagne e i rifugi che mi piacevano di più. Il mio cane attuale che è un incrocio di pastore bergamasco si chiama Brunone”. Scuola? “Ho studiato al liceo scientifico Lussana di Bergamo e poi alla facoltà di farmacia a Pavia”. Come andavi a scuola? “Non sono mai stato un secchione ma le materie scientifiche come fisica e chimica mi sono sempre piaciute molto”.
E oggi insieme alla farmacia e al Comune c’è qualche piccolo spazio per altri interessi. “Una mia grande passione sono i viaggi, che però da quando sono sindaco e da quando c’è il Covid non riesco molto a coltivare. Mi piace soprattutto il Nord Europa e qualche anno fa sono partito in auto con il mio cane, ho attraversato il tunnel della manica e sono arrivato fino in Nord Irlanda, a nord di Belfast. È stato uno dei viaggi più belli che abbia mai fatto: l’Irlanda è davvero una terra magica.
SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 17 DICEMBRE