TAVERNOLA – Tremano le case, la cava di Ca’ Bianca prosegue (con prescrizioni) aspettando (ancora) l’ennesima relazione

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Frana di Tavernola

“Il Cementificio deve chiudere, i posti di lavoro essere garantiti e l’area rilanciata dal punto di vista ambientale e turistico”. In attesa che il G16 prenda posizione sulla vicenda (è stato annunciato a giorni un documento sul tema) eccone uno belle pronto, firmato da “Lake Iseo Holiday” il consorzio campeggi Lago d’Iseo e da “Italia Nostra Valle Camonica e Sebino”. Nel documento ci si riferisce al problema occupazionale che deriverebbe dalla chiusura del cementificio (“smaltimento e ripristino dell’area dovrebbero svilupparsi in un arco di tempo di almeno 10 anni”, poi si occupa del futuro dell’area indicata come a vocazione turistico-ambientale con l’utilizzo dei “volumi” rimasti come “ristoranti, bed and breakfast, aree sportivo-ricreative” con ripristino ambientale.

Il documento, inviato a tutti i sindaco dei Comuni del lago, riapre la discussione sul futuro del cementificio, dopo i due referendum che hanno dato indicazioni uno sulla riconversione, l’altro sul divieto di bruciare rifiuti cosiddetti alternativi.

E poi la polemica sul permesso a riprendere le attività di cava dalla Regione, dato, negato, condizionato. Il sindaco Ioris Pezzotti, che abbiamo già detto si è visto cadere addosso in questi due anni e mezzo di mandato una pioggia di disgrazie che Giobbe al confronto sembra un dilettante, sottolinea che il permesso dalla Regione alla ripresa dell’attività del cementificio c’è stato, col decreto di luglio, ma con delle prescrizioni e della valutazioni (prove) di cui si aspetta un’ulteriore relazione in queste settimane da parte dell’Università, incarica ad hoc dalla Regione. Le prescrizioni sono sulla quantità di esplosivo da impiegare.

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