COLERE – Uno scalvino porta 30 milioni e rilancia lo sci, la rivoluzione di Colere

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Massimiliano Belingheri ha una visione che va ben oltre lo scenario del suo paese di origine. Vive a Londra con la famiglia, i suoi due figli Colere lo conoscono solo d’estate: “Ma se ne sono innamorati”. Massimiliano, 47 anni (è nato a Bergamo il 30 ottobre 1974), ha un percorso che l’ha portato ben aldilà della Presolana. Dopo gli studi a Treviglio, dai Salesiani, si è laureato alla Bocconi in Economia delle Amministrazioni Pubbliche e delle Istituzioni Internazionali. Beh, a leggere così sembravi destinato a fare che so, vista la carenza nei Comuni, il… segretario comunale. “La vita riserva sempre delle sorprese… In realtà pensavo di seguire una carriera diplomatica ma poi sono finito nel settore privato ed è andata bene così”.

E adesso sei tornato rilevando la proprietà degli impianti, con la spada di Damocle della seggiovia di accesso, quella di Carbonera, che è un malato terminale, a luglio di quest’anno o viene sostituita o non potrà più essere utilizzata, bloccando l’accesso a tutta la parte degli impianti e alle strutture del Polzone in su. Il Comune, nel progettone della Val di Scalve, conta di ottenere 3 milioni per rifarla, adesso con l’entrata della tua società la passa a voi? Ma comunque è di proprietà comunale.  “C’è un po’ di confusione sulla struttura legale di una concessione. L’impianto è una concessione come per uno stabilimento balneare, viene costruito e poi gestito da un privato ma è una concessione pubblica. Nel caso della seggiovia di Carbonera concedente e concessionario sono la stessa persona, lo stesso ente. Questa seggiovia muore il 22 luglio prossimo. Noi andiamo a rifarla sostituendola con una cabinovia e ce la facciamo dare in concessione, ed entriamo nel patto territoriale come concessionari e ci sarà un contributo sulla concessione che verrà dato dalla Regione all’interno di questo piano territoriale. Sul turismo invernale il traino in valle sarà affidato agli impianti di Colere ma anche al fondo e al pattinaggio a Schilpario. Con questa operazione andremo comunque a rivolgerci anche al turismo estivo con altri servizi, un investimento sullo sci ma anche sulla destagionalizzazione”.

Un progetto studiato nei minimi particolari per rilanciare e lanciare la Val di Scalve nell’Olimpo dello sci: “Dalla stazione integrata di Polzone e Cima Bianca, ma anche L’Aquila lascerebbero all’interno della società i proventi dei soggiorni e della ristorazione”. Ma c’è il problema della viabilità e l’accesso alla valle, è vero che in due ore si arriva da Milano ma poi quando uno si trova a Darfo c’è una superstrada bella comoda che porta dritta a Ponte di Legno: “Sì, ma questa è una situazione che non può essere risolta dalla stazione sciistica, tocca agli enti locali far sì che si possa migliorare la viabilità anche in ottica dei fondi sulle infrastrutture che potrebbero arrivare con il PNNR. Ci sono progetti molto ambiziosi, è il momento di portarli avanti. Poi se pensiamo alla stazione di Foppolo che ha solo un accesso, Colere ne ha due, insomma, come comparazione non siamo messi così male, è chiaro che possiamo sempre fare di più, se fossi a Castione per esempio spingerei per un traforo sotto la Sponda ma non sono temi che devo affrontare io”. Si parla di collegarvi con Lizzola per ampliare l’offerta del territorio: “Il piano è stato sviluppato alla fine degli anni 2000 ed è ancora nella programmazione territoriale. E’ un’opportunità di sviluppo non indifferente per Colere ma non in questa prima fase”.

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