Il borgo di Zandobbio se ne sta disteso, godendosi il vivace sole di questo tiepido inizio d’anno. Le vie, quelle antiche e quelle più recenti, sono punteggiate da negozi e bar. Il più antico esercizio produttivo e commerciale di Zandobbio è il panificio Vezzoli.
Il racconto che pubblichiamo è tratto dal libro “Sul filo dei ricordi… 2”, ideato e stampato dal “Gruppo parrocchiale per la terza età” di Zandobbio ed è stato pubblicato sul blog de “Il pellerossa di Zandobbio”.
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Nel 1918 Guido Vezzoli lascia, insieme alla sorella Gisella, il paese natale, Zocco di Erbusco, intenzionato ad avviare un negozio di panettiere a Zandobbio. Acquista lo stabile dal signor Pietro Noris, detto ‘del Sac’, e dà avvio al suo lavoro. Ogni attività degli altri è sempre giudicata la più giusta, la più comoda e la più pratica.
Guido conosce la signorina Luigia Meli e contrae matrimonio da cui nascono quattro figli: Giuseppina, Gisella, Emanuele e Cesarina.
Ma torniamo a quei tempi lontani: quanto si doveva faticare anche per la lavorazione del pane. Ogni sera si doveva preparare la pasta per favorire la lievitazione ed iniziare a mezzanotte la panificazione e le braccia dovevano fare la loro parte. Il forno era alimentato a legna e richiedeva una buona scelta di questa. Bisognava stare attenti che il fuoco mantenesse il giusto calore, per non incorrere di sfornare pane poco rassicurante.
Nel 1949 Guido muore e l’attività viene portata avanti dalla moglie e da Gisella. Fu dura per loro, ma furono aiutate e sostenute dai dipendenti Pietro Gritti e Guido Brignoli, operaio stimato che ancora oggi viene ricordato per le sue qualità. All’età di 13 anni il figlio Emanuele, sostenuto dalla mamma, dalla zia Gisella e dalle sorelle, si assume le proprie responsabilità….
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