“A volte mi sento dire, persino dagli amici, che il mio mestiere non è necessario perché della musica si può anche fare a meno… E’ un’affermazione che mi fa proprio arrabbiare: proprio oggi, proprio in questi nostri tempi così abbruttiti e disumani, c’è più bisogno che mai di musica, cioè di bellezza, di poesia, di gratuità, di condivisione, insomma di umanità. Perciò mi sento più che mai motivata ad andare avanti per la mia strada”.
Una strada lunga, quella di Natalia Ratti, 47enne che la musica e la montagna hanno mantenuto straordinariamente ‘giovane’, dentro e fuori. Nata e cresciuta a Milano da mamma parmigiana e padre pugliese – che suonava la chitarra con il gruppo dell’Adriano Celentano dei primi tempi, mentre uno zio era contrabbassista jazz – , dopo aver terminato il Liceo Scientifico frequenta, da autodidatta e privatista, numerosi conservatori lombardi, per diplomarsi infine in pianoforte con 10 e lode al Conservatorio “Cantelli” di Novara. Ma da Milano Natalia vuole fuggire e nel 2005 si trasferisce nel Monferrato, in collina, sopra Genova. Nella piccola comunità del suo nuovo paese diventa rapidamente un punto di riferimento, costruendo nei 13 anni della sua permanenza una realtà musicale che coinvolge tutta la popolazione: dà lezioni di pianoforte e di altri strumenti, si occupa dei laboratori di educazione musicale coi bimbi della scuola materna, dirige il Coro liturgico della chiesa e il coro degli anziani, mette su un’ orchestra coi ragazzi delle elementari e delle medie e anche una piccola banda e cura l’organizzazione della stagione lirica e sinfonica estiva.
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