(M.B.) È morto ieri, domenica 23 gennaio, a 73 anni Thierry Mugler, lo stilista francese che diede alle donne quel protagonismo teatrale e futurista che si riconosce a icone come Madonna, Lady Gaga o Beyoncè. La ricerca artistica di Mugler è sempre stata quella dell’eccesso, di qualcosa che va oltre le norme sociali, oltre lo stereotipo, verso la creazione di quelle che chiama “moderne amazzoni”. La donna è per lui assoluta presenza, protagonismo, forza: i suoi tratti, le sue forme sono esaltati all’estremo, le spalle sono segnate, la vita stretta, i fianchi ampi. Una femminilità ultrasensuale e potente nel mondo difficile che è stato quello degli anni ottanta: non una donna oggetto, ma una donna soggetto.
“Sono sempre stato affascinato dall’animale più bello della Terra: l’essere umano. Sono un architetto che reinventa completamente il corpo di una donna” sono le parole di Mugler che forse possono meglio riassumere la sua idea di moda. Non c’è solo il vestito, ma anche la modella, e il capo deve esaltare al massimo il rapporto con chi lo indossa: così anche la moda diventa arte.
Parigi dedica a Mugler una retrospettiva, aperta al Musèe des Arts Dècoratifs, in cui sono esposti circa 150 capi realizzati tra il 1977 e il 2014 che ripercorrono i principali temi della sua produzione: dalle automobili ai robot, passando per gli ambienti acquatici e la fauna fantasy frutto della sua fervida immaginazione.