Secondo la Curia è un immobile da alienare, ma il parroco don Alberto Gervasoni continua a sperare di riuscire, prima o poi, a riportare alla bellezza delle origini la chiesa di S. Elisabetta, la più antica del territorio, sorta nel ‘500 in un punto strategico per la sua vicinanza con Gandino, in prossimità della ‘Via della Lana’, l’importante percorso commerciale che, attraverso il passo della Forcella, arrivava a Riva di Solto, attraversava il lago d’Iseo e Casazza per raggiungere Brescia e Venezia e poi, passando per il Tonale e la Mendola, arrivava fino a Bolzano ed a Trento.
“Avevo già lanciato alcune proposte di recupero, ma purtroppo finora non sono state raccolte. E’ un vero peccato lasciare all’abbandono ed al degrado la chiesa madre della nostra comunità: anche se questo antico oratorio romanico è oggetto di visite guidate, , al suo interno non c’è più nulla di prezioso: gli strappi degli affreschi più significativi li abbiamo portati in parrocchia, così come un crocifisso di valore, ma nel tempo la chiesa è stata depredata…Siamo riusciti solo a sostituire il vecchio portone molto ammalorato proprio per impedire ulteriori furti….”.
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