benedetta gente

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    Venti di guerra, fredda, gelata, su un mondo che già fatica a rialzare la testa, dopo essere stato travolto da una pandemia universale, “dagli atri muscosi, dai(suoi)fori cadenti, dai boschi(che avanzano e c’è chi esulta, il “verde” si riprende i suoi spazi rubati, in realtà il bosco avanza quando la coltivazione, l’agricoltura, retrocede), dall’arse fucine stridenti, dai solchi bagnati di servo sudor(che poi a sudare nei campi ci pensa il capolarato a ingaggiare gente disperata e affamata), un volgo disperso (ognuno per sé) repente si desta, intende l’orecchio (più che ascoltare, leggiucchia post improbabili su facebook), solleva la testa (dai che ce la possiamo fare), percosso da novo crescente rumor”. Rumori di guerra. La signora mi chiede perché mai ci sia un tale, Putin, che vuoleinvadere l’Ucraina che ci è nota solo quando una squadra gioca contro la nostra nazionale o per qualche “badante” arrivata da quelle parti di cui fatichiamo a indicare la collocazione su una cartina geografica. “Ma può farlo? Non è una nazione indipendente?”. Beh, almeno ci è restato dentro quel senso civico dell’inviolabilità dei confini, i nostri vecchi sono stati chiamati a difenderli. Oddio, anche ad allargarli, se è per questo. “Sì, ma erano altri tempi”. C’è chi li rimpiange, Putin ha in mente di ricreare il grande impero dello Zar che poi è stato quello dell’Unione Sovietica, si sente legittimato dalla storia. “Come Mussolini che voleva rifare l’impero romano”. Sì, pressapoco, forse Mussolini aveva addirittura un’ambizione più smisurata (“Dopo secoli, l’impero riappare sui colli fatali di Roma”), in fondo basta dare un’occhiata a un libro di storia e vedere fin dove erano arrivare le “aquile romane”, perfino fin su dalla “perfida Albione”.

    Le guerre cominciano con un pretesto qualsiasi, sembra una banalità, poi non si sa come vanno a finire e quando finiscono “Quando scoppia una guerra tutti dicono, è una follia, non durerà. E forse la guerra, come la peste, è davvero una follia, ma ciò non le impedisce di durare”(La Peste – Camus). Putin per ora ha avuto quello che voleva, che l’Ucraina non entrasse nella NATO. Ma gli basta? “Perché non vuole? cosa gli importa, è un paese libero…”. Beh, “libero” è un aggettivo polivalente, ma la NATO è l’alleanza militare occidentale, in teoria se l’Ucraina ne facesse parte, potrebbe installare dei missili puntati sulla “madre Russia”, lì a portata non solo di missile, ma perfino di cannone. L’Europa ha garantito (con la Germania) che l’Ucraina non ci entrerà. “Ma Biden allora cosa c’entra?”. Cosa vuole, signora, i Presidenti americani badano molto ai sondaggi e Biden era un po’ giù. Di solito la scorciatoia per acquisire consenso da quelle parti è fare una guerra, soprattutto se la guerra si fa lontano da casa.

    Comunque l’Europa, che le guerre se le è fatte e viste fare in casa nel secolo scorso, ci ha messo una pezza. Pace fatta? Non ancora. Ma perché l’Europa avrebbe calato le braghe? Per il gas, ha bisogno del gas russo, se no, noi italiani che non vogliamo sentir parlare di nucleare, pur avendo le centrali francesi sul confine, piomberemmo in un’era glaciale che con i divertenti omonimi film purtroppo non avrebbe niente a che vedere.

    Praticamente ci ricatta”. Praticamente. L’Italia sarebbe ricchissima di metano ma da anni c’è chi invoca che vengano sospese le perforazioni e le ricerche di giacimenti e il loro sfruttamento. Conseguenza: si riduce l’offerta di petrolio e gas e aumentando la domanda i prezzi vanno alle stelle: obiettivo centrato in pieno. Le fonti alternative sono sostenute da “incentivi” che costano (circa 12 miliardi l’anno, hanno calcolato quelli de Il Sole-24 ore: “Si tratta di una dozzina di miliardi l’anno che i consumatori elettrici pagano a chi produce elettricità con il vento, il sole, l’acqua e così via”) e adesso si aggiunge il fatto che il materiale ad esempio per i pannelli solari scarseggia e quindi costa molto di più. “Ma il Governo non può intervenire e fare qualcosa?”. Qualcosina ha fatto, se l’elettricità è aumentata “solo” del 30% e il gas del 15% è perché è stata ridotta l’Iva, altrimenti saremmo a rincari del 45% per la luce e del 30% per il gas (sempre fonte Sole-24 Ore). Deve fare molto di più, c’è gente che sperava di riprendere finalmente fiato e che adesso davvero sta per finire in miseria.
    E poi c’è quella minaccia di guerra. I mercati sono “sensibili” e hanno messo in conto che già le schermaglie militari fossero sufficienti per far schizzare in alto i costi delle materie prime. Come ha detto un tale, anche l’auto elettrica deve ricaricare le batterie e lo fa con l’energia elettrica che in gran parte per essere prodotta consuma metano o petrolio. Certo, ci sarebbe quella “pulita”, tornare all’idroelettrico, alle dighe. Ma poi pensate alla protesta veemente delle popolazioni interessate, paesi interi da ricostruire a valle, alti lamenti di perdita di identità, di tradizioni, di colture e culture… E allora “Tornate alle vostre superbe ruine, all’opere imbelli dell’arse officine, ai solchi bagnati di servo sudor”. Oppure, per dirla con Brecht: “Quelli che stanno in alto / si sono riuniti in una stanza. / Uomo che sei per la via / lascia ogni speranza / I governi / firmano patti di non aggressione / Piccolo uomo / firma il tuo testamento”.

    Ma dai, per parafrasare Leopardi, tornerà primavera d’intorno a brillare nell’aria e per li campi esultare ed errerà di nuovo l’armonia per questa valle.