Lucia va di fretta. Come sempre. Che lei non è certo una che perde tempo, anzi, è il tempo che al massimo rischia di perdere lei. Lucia Taboni, 50 anni tondi, un vulcano che erutta meraviglia, quelle donne che vivono la giornata a 200 all’ora ma non si schiantano mai, se non contro i sentimenti. Ma su quelli le donne ci vanno dentro come un cuscinetto di fiori profumati: “Lavoro in Rsa, amo il mio lavoro, amo tutto quello che faccio, e quello che faccio non lo prevedo, quando sento dentro che è il momento di andare vado”. Come lo scorso anno quando ha inforcato la bicicletta e tutta sola è andata da Costa Volpino ad Assisi, 700 km in solitaria. Un salto indietro: “Ho iniziato giovanissima a lavorare, io amo questo lavoro, amo stare con gli anziani, cerare di rendermi utile, il mio 110% di bonus sono loro, i miei nonni, che mi vogliono bene, e a cui voglio bene. Lavoro alla Casa della Serenità di Lovere, due giorni a tempo pieno e 4 part time, faccio anche altro, assisto un anziano. Mi piace lavorare, mi da soddisfazione vedere qualcuno che sta meglio anche grazie a me”. Lucia lavora in Rsa da 30 anni, una vita: “E soprattutto una scelta, io ho iniziato a lavorare prestissimo, avevo 13 anni e mezzo, a casa mia c’era bisogno che io lavorassi, ho cominciato nei laboratori, ma non mi piaceva, avevo uno zio anziano che seguivo, e mi piaceva stare con lui, poi una suora che conoscevo mi ha detto che cercavano personale in Casa di Riposo, sono andata subito, stare con gli altri mi piace, mi fa star bene”. Come sono andati i due anni con il covid tra gli anziani? “E’ stata davvero dura, vederli morire tante volte soli, senza un famigliare vicino mi ha fatto star male”. Tu non ti sei mai fermata per il Covid? “Mai, ho sempre lavorato, anche se è stata davvero pesante, ricordo un giorno che sono scoppiata, sono corsa dalla dottoressa, piangevo ‘stanno morendo soli, senza nessuno che tenga loro la mano’, momenti difficili, che mi hanno segnata”…
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