Le foto più commoventi del suo archivio storico famigliare sono forse quella in cui un Danilo pressoché neonato sta in braccio alla mamma Lucia che se lo mangia con gli occhi e quella in cui, fanciullo, tiene per mano la piccola Alessia, che poi diventerà sua moglie: la prima racconta l’immenso amore di cui è stato oggetto da parte dei genitori, che avevano atteso la grazia di un figlio per ben quindici anni; la seconda una lunga consuetudine di amicizia, di giochi, di intesa e anche naturalmente di piccole baruffe, sfociata poi nella scelta di stare insieme per tutta la vita. Danilo Cominelli, classe 1973, sindaco di Parre al suo secondo mandato, nasce da Giovanni Mario Alberto, da tutti chiamato Bèrto, e da Lucia Palamini: arriva tardi, come già detto, ma questo non ne fa un bambino troppo viziato…“Coccolato sì, soprattutto dalla mamma, ma mio padre, che aveva alle spalle una lunga carriera di minatore nelle miniere della nostra zona, non era affatto incline alle moine ed era piuttosto severo, convinto che tutto ciò che avevo dovevo conquistarmelo. Però i bambini li amava molto: una sua sorella, Maria, che abitava vicino a noi, ne aveva ben dieci, e così casa nostra era sempre animata ed a me non mancavano certo i compagni di gioco. Questa cosa mi è rimasta, ancora adesso amo molto stare in compagnia. Da giovanotto però a volte mi prendeva la paura di non poter avere figli miei…E ricordo la sofferenza di mio padre che, data la sua età avanzata, temeva di non arrivare a vedermi sposato e di non poter conoscere i suoi nipoti…Ma fortunatamente non è andata così: nel 2001 mi sono laureato, tre mesi dopo ho sposato Alessia, nel 2002 ci è nato Gionata, nel 2003 Gabriele e nel 2007 è arrivato anche Giorgio”. Danilo frequenta le elementari a Parre, le Medie a Ponte Nossa e lo Scientifico all’’Amaldi’ di Alzano: ha abbandonato da tempo l’idea di fare “il minatore come papà”, come affermava da piccolo, e decide di iscriversi all’Università: Matematica, la materia che preferisce e in cui primeggia da sempre perché per lui riuscire a risolvere i problemi è una vera passione: “La matematica è una materia molto creativa, a differenza di quello che credono molte persone, io dico sempre che, “dopo Dio, sa rendere visibile l’invisibile”: la matematica sta infatti ovunque intorno a noi, anche se non lo vediamo e non lo percepiamo; ci fa toccare le strutture nascoste che esistono nel mondo fisico, biologico e sociale; e poi è alla base del progresso delle nostre conoscenze in tutti i campi: nell’economia, nella medicina e, ovviamente, nella scienza. E Galileo diceva che “il grande libro della natura “può essere letto soltanto da coloro che conoscono il linguaggio in cui fu scritto. E questo linguaggio è la matematica”. Nel ’99 arriva il momento della ‘naja’: Danilo, dapprima fuciliere assaltatore degli Alpini, viene ben presto assegnato all’Ufficio Nucleo Elaborazione Dati, e poi, siccome ha chiesto l’avvicinamento per motivi di studio, al distretto militare di Milano. Si trova bene anche se rispetto ai diciottenni è ormai un ‘vècio’: “Niente ‘nonnismo’, ho sempre rispettato sia le persone che le regole e così ho sempre instaurato buoni rapporti con tutti”…
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