BOSSICO – Il capitano Gennaro Sora e Villa Caprera, quel soggiorno a Bossico del Capitano eroe della Prima Guerra Mondiale e il salvataggio al Polo Nord

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Nell’edizione di Araberara del 4 febbraio abbiamo pubblicato un articolo relativo alle ville dei 7 colli di Bossico e al fatto che alcune di queste erano in vendita. Si è cercato anche di fare un accenno storico a queste dimore signorili e anche ad alcuni fatti diremmo “di colore” che le ha contraddistinti, da apparizioni demoniache a provocazioni anticlericali. L’articolo ha riscosso un notevole successo e in varie persone mi hanno contattato per fornirmi fotografie e notizie sulle ville in questione. Tra queste la signora Graziana Canova Tura, residente a Lovere e discendente da parte di mamma dalla famiglia Zitti; l’antenato Giambattista Zitti (garibaldino) fu il costruttore di Villa Caprera e la famiglia Zitti rimase proprietaria fino al 1935 quando fu venduta alla famiglia Palini di Pisogne. La signora Canova ha già fornito ampio materiale ad Araberara su Villa Caprera e pubblicato nell’edizione del 18 febbraio. Una notizia però è sfuggita e merita di essere portata agli onori della cronaca, ossia che la villa e Bossico ospitarono nell’agosto del 1932 l’allora capitano Gennaro Sora. Nel condividere la notizia con amici qualcuno ha commentato: “Gennaro Sora chi??” Purtroppo il tempo passa, le generazioni cambiano e la memoria storica scompare. Vale la pena allora fare un accenno alla figura di Gennaro Sora. Gennaro Sora (Foresto Sparso-BG- 1892-1949) lega la sua fama alla vicenda del Dirigibile Italia del Generale Umberto Nobile, prefissandosi l’impresa di arrivare al polo nord. Sora, pur avendo solo trent’anni, si era distinto in azioni eroiche nella Prima guerra mondiale ed era già decorato di tre medaglie d’argento e una di bronzo per atti di eroismo. Nel 1928 Gennaro Sora fu chiamato assieme ad altri otto alpini, di cui gli fu affidato il comando, a partecipare alla seconda spedizione che il Generale Umberto Nobile si accingeva a intraprendere per raggiungere il Polo Nord con il dirigibile Italia. Il suo intervento, che avrebbe dovuto essere di supporto, ebbe però un epilogo drammatico a causa del disastro del dirigibile che il 25 maggio precipitò sulla banchisa polare determinando il fallimento della spedizione e la morte di una parte degli uomini a bordo. Nell’urto del dirigibile contro i ghiacci furono sbalzati fuori il generale Nobile e altri membri dell’equipaggio oltre a una certa quantità di materiale e di vettovagliamento; mentre l’involucro del dirigibile invece riprese quota perdendosi definitivamente con sei membri dell’equipaggio che non furono mai più ritrovati. Nobile, ferito, e gli altri superstiti ebbero la possibilità di sopravvivere riparandosi in una tenda che colorarono di rosso per essere più visibile ai soccorritori e utilizzando il vettovagliamento e il materiale, compresa una radio, che erano caduti o erano stati gettati dal dirigibile: fu il famoso episodio della Tenda Rossa, nome con cui passò alla storia. Non appena la notizia del disastro giunse al campo base, che faceva capo alla nave Città di Milano sotto la direzione del comandante Romagna Manoja, Sora espresse la sua intenzione di mettersi subito alla ricerca dei naufraghi entrando per questo in contrasto con il Romagna che intendeva seguire una linea di maggiore cautela….

SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 18 MARZO

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