“Ne supra crepidam sutor iudicaret“,il ciabattino non vada oltre la scarpa. Il detto, citato da due autorevoli scrittori latini, si riferisce a un aneddoto che avevo letto in terza elementare sul mio “sussidiario”. E serviva da ammonimento: ognuno non vada oltre le sue competenze e conoscenze. Si racconta che il pittore Apelle esponesse fuori dalla sua bottega d’arte i dipinti appena finiti e si nascondesse dietro il quadro per sentire le critiche della gente. Un giorno passò un ciabattino che vedendo la figura dipinta si accorse che le scarpe avevano le stringhe non correttamente allacciate e lo disse a chi stava con lui. Apelle la sera ritirò il quadro e corresse l’errore. Il giorno dopo il calzolaio ripassò e vedendo che la sua critica aveva avuto effetto, si mise a criticare anche il panneggio, insomma i vestiti della figura dipinta. Al che Apelle uscì dal suo nascondiglio e gli disse, “ciabattino, non andare oltre la scarpa!”.
Vale per tutti noi. All’improvviso presi da un’autostima gratuita, siamo diventati, da portatori più o meno sani di culture raffazzonate, di volta in volta virologi, analisti, complottisti, negazionisti, strateghi che Napoleone ci farebbe un baffo, generali (di brigata, quella degli amici), storici a spanne, perfino psicologi (sul comportamento di Putin); abbiamo una spiegazione e una soluzione per tutto, naturalmente ovvia e non si capisce proprio perché nessun altro l’avesse pensata.
Sulla guerra in Ucraina ci siamo schierati come ai tempi di Bartali e Coppi, Zelensky contro Putin, anzi il contrario, troppo semplice accettare il fatto che uno abbia aggredito l’altro. Noi siamo quelli dei “però”, però quello che le sta prendendo in fondo anche lui ha le sue colpe e chi aggredisce avrà le sue ragioni. Risalendo nel tempo, il Papa non dovrebbe poter dire (come ha detto) “fermatevi!”, perché i suoi predecessori hanno fatto le crociate e messo in piedi l’inquisizione, noi italiani abbiamo fatto le nostre malefatte in Etiopia, i nostri antenati poi non parliamone, i Romani conquistavano a man bassa, a voler guardare, se Putin ci invadesse, può sempre prendere a pretesto la nostra (peraltro disastrosa) campagna di Russia ecc.
Forse qualcuno avrà letto la favola di Fedro “lupus et agnus”.“Superior stabat lupus, longeque inferior agnus”, insomma il lupo stava sopra a bere e l’acqua scorreva in basso dove stava l’agnello, ma il lupo cercava pretesti e lo accusò di inquinargli l’acqua. L’agnello tentava di ragionare, “se io sto sotto, come posso intorbidarti l’acqua?”. Allora il lupo: “sei mesi fa hai parlato male di me”. “Non ero ancora nato”, risponde l’agnello. “Allora è stato tuo padre a parlare male di me” e trovata finalmente una scusa gli salta addosso e lo sbrana. Che le colpe dei padri non debbano comunque ricadere sui figli sembra logico aldilà della citazione biblica.
Una signora ha portato un esempio illuminante: “Immaginate di consigliare a una donna, mentre viene violentata, di non opporre resistenza, di arrendersi, perché tanto la violenza sarà comunque consumata ma, almeno, finirà tutto in modo più veloce. Ecco, quando dite che l’Ucraina deve arrendersi portate gli stessi motivi alla violenza perpetrata a un intero popolo”.
Certo, noi legulei troveremmo comunque qualcosa da ridire, perché la ragazza era in giro sola?, come era vestita?, ha dei precedenti di “leggerezze” sessuali?, ha provocato il “branco”?, la sua famiglia ha delle colpe? Troppo semplice dire che il delinquente è quello che sta violentando e bisognerebbe intervenire. No, si arrenda e così la facciamo finita, che la benzina è andata alle stelle anche con il petrolio in calo, “per colpa di chi chi chi…”? (Zucchero), colpa degli Ucraini, ovvio, che non si arrendono, mannaggia, e hanno anche la sfacciataggine, mentre muoiono sotto le bombe, di chiedere aiuto. Ma sono matti? Vogliono la terza guerra mondiale? Chi, gli Ucraini? Non saranno stinchi di santi, a voler fare come il lupo della favola, sicuramente qualche loro “padre” avrà fatto porcherie, “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Ma intanto che noi si discute (“dum Romae consulitur…) la donna è stata stuprata, l’Ucraina è stata invasa. Putin è il lupo, ha detto che la Russia era grande e per tornare ad esserlo è necessario che l’Ucraina (per altri Stati poi si vedrà) debba tornare a farne parte. Sotto il suo comando, di presidente a vita. Un vero signore. Come il lupo della favola.