20 MARZO: il corpo di una donna viene ritrovato nel pomeriggio di domenica da un uomo di Paline, Fausto Fedrighi, 60 anni, stava camminando e ha notato che nella scarpata, poco sotto il ciglio dela strada, c’erano quattro sacchi neri. L’uomo li apre e vede… il braccio di una donna, scatta l’allarme.
I sacchi col cadavere a Paline
Nei quattro sacchi ci sono 15 pezzi di un corpo femminile, smembrati e sezionati, tra cui le mani e la testa, il volto è sfigurato da bruciature mentre parte della pelle è strappata, pelle tolta dove ci sono alcuni tatuaggi. Il corpo è quello di una donna minuta, apparente età sui 30-35 anni. Il corpo è semicongelato, la vittima sarebbe stata fatta a pezzi con un coltello e poi congelata in un freezer domestico. Poi il volto sarebbe stato sfregiato con il fuoco.
Scattano le verifiche. Nessuna denuncia di scomparsa è compatibile con i resti della donna trovata. Infruttuose le ricerche, a partire da impronte digitali nella banca dati per verificare se la donna fosse già nota alle forze dell’ordine. Le registrazioni delle telecamere della zona potrebbero portare elementi utili? Nemmeno quello è chiaro. Si tratta di una zona isolata, poco illuminata. Una donna di corporatura esile, alta un metro e sessanta per cinquanta chili. La pelle chiara. Ignota la causa precisa del decesso prima dello smembramento del cadavere. La donna è stata fatta a pezzi in maniera precisa, esperta. I sacchi erano in una scarpata di una strada secondaria interna, una sorta di discarica a cielo aperto.
I tatuaggi
Si indaga per omicidio volontario, distruzione e occultamento di cadavere. Forse un indizio utile arriverà dall’analisi di alcuni segni indelebili (o quasi) che la vittima stessa aveva deciso di farsi. Tatuaggi, più d’uno, che forse il killer ha provato a cancellare, brutalmente, dopo l’omicidio, per rendere più complessa – forse impossibile – l’identificazione. Viene attivato il Commissario straordinario per le persone scomparse, che fa capo al ministero dell’Interno, monitora e coordina le attività di ricerca, favorendo il confronto incrociato dei dati a disposizione a livello nazionale, su persone sparite o cadaveri non identificati. Gli inquirenti con specialisti sono tornati in quella scarpata di Paline. C’era anche un drone. Dai sorvoli di quell’angolo della vallata potrebbero venir fuori immagini importanti per le indagini. Alla ricerca di una minima traccia.
Gli inquirenti hanno diffuso alcuni particolari “affinché i possibili conoscenti della donna o i tatuatori possano fornire informazioni utili all’identificazione”. I carabinieri hanno reso noto l’elenco dei tatuaggi sul corpo della donna (che aveva anche uno smalto viola glitterato)
La segnalazione a Bsnews
26 MARZO: un lettore di Bsnews.it contatta il direttore Andrea Tortelli, spiegandogli che a dicembre una pornodiva con quei tatuaggi era stata intervistata da Cruciani a La Zanzara. Tortelli era a casa con suo figlio piccolo mentre la moglie che è medico, era in ospedale. Tortelli si mette subito al lavoro, la ragazza si chiama Charlotte Angie, questo il nome che usava per la sua attività erotica, il nome vero è Carol Maltesi, 26 anni. Cerca la foto, incrocia le informazioni dei carabinieri e i tatuaggi, sono tutti quelli elencati dalle indagini, ne conta 11. La carnagione è uguale, l’altezza anche. Cerca sui social i vari profili e scopre che non erano aggiornati da un po’, rintraccia il suo numero, la chiama, ma è spento. Così le scrive un messaggio su whatsapp che poco dopo viene visualizzato. Chiede informazioni, gli arriva un messaggio: “Ho lasciato il porno e non ho tempo di spiegare il perché”. Ma qualcosa non convince Tortelli che chiede un audio di pochi secondi per verificare che fosse davvero lei, ma a quel messaggio non arriva nessuna risposta. E così Tortelli si rivolge ai carabinieri, al comando di Brescia, consegna tutto il materiale raccolto e si mette a disposizione degli inquirenti che in un paio di giorni arrestano l’omicida.
E’ Carol Maltesi
Il corpo appartiene a Carol Maltesi (nota nell’hard come Charlotte Angie), 26 anni, madre di un bambino di sei). Viveva a Rescaldina, comune dell’hinterland milanese, italo olandese, prima commessa e ora pornoattrice. A dicembre l’aveva intervistata la Zanzara: “Allora, da italo-olandese sono cresciuta con una mentalità molto aperta sul sesso. E poi ho sempre guardato il porno. A un certo punto mi sono detta: mi piacerebbe essere dall’altra parte, essere l’attrice, provare quella situazione che nel privato non poteva capitarmi…”.
L’omicida è un bancario
Poche ore dopo viene fermato Davide Fontana, 43 anni, suo vicino di pianerottolo, impiegato di banca, fotografo. I due avevano avuto una relazione ma secondo i conoscenti erano poi rimasti in buoni rapporti. I due si erano conosciuti nell’ottobre del 2020. Per lei, lui aveva lasciato la moglie (che ha continuato a curare il blog di food con lui, ignara). La storia, “una relazione molto aperta” avrebbe detto lui, era finita, altri partner erano arrivati nelle rispettive vite ma i rapporti intimi, davanti a un obiettivo o nella vita reale, erano proseguiti.
FLASH BACK: il macabro racconto dell’omicidio
nella confessione dell’assassino
10 o 11 GENNAIO, giorno dell’omicidio. L’omicidio è avvenuto nella casa della 26enne a gennaio scorso, nella settimana dopo l’Epifania, probabilmente il giorno 10 o 11 del mese. L’omicida ha detto ai carabinieri di aver tenuto nascosto a lungo il cadavere nel congelatore per poi farlo a pezzi, nasconderlo in 4 sacchi neri della spazzatura, trasportarlo in auto fino all’alta Val Camonica/confine Val di Scalve e gettarlo in un dirupo in montagna. Una scelta tutt’altro che casuale: Fontana ha infatti chiarito agli investigatori di essere andato in quella zona perché conosceva molto bene il luogo dove in passato aveva trascorso diverse vacanze….
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