TRESCORE – Per Federica. Sfuggono gli aquiloni

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Federica

Il vento è un respiro di ferro

che accartoccia la notte

e la vedi tremare negli angoli

con le stelle chiuse

i pugni serrati dentro tasche vuote

a rubare a sé stessa

la dignità del buio.

Poi l’alba

le vesti lacere

sotto un cielo libero

E il volto di Federica

Che diventa un arcobaleno eterno

Ad accogliere, sostenere, correre ne vento libero

Come si allungano le ore di luce.

Come è ingorda la primavera

di oro torbido e di vita

allo stato nascente.

Come eri tu. Come sei tu

Di rami germinanti dal niente

su cui si apriranno dei fiori.

Tu sei sbocciata lassù

Dove i petali sono eterni

Dicendoci che è possibile riavere dal niente,

forme, profumi,

colori

Sfuggono gli aquiloni

verso aridi cieli

dalle dita inermi

nel trattenere il destino

nel nostro peregrinare assorto,

accartocciando

sussurri d’Eternità.

Quell’eternità che ora sei tu

Federica.

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