‘Dove ci siamo incontrati,
anima?
In che piazza di città,
in che prato,
in riva a che torrente?
E ora sei qui, da sempre
simile al vento, ai fiori, ai vulcani.
Alle origini
Di questo vento che soffia un’ora che diventa L’Ora
Come si allungano le ore di luce.
Come è ingordo maggio
di oro torbido e di vita
allo stato nascente.
Di rami germinanti dal niente
su cui si apriranno dei fiori.
Dicendoci che è possibile riavere dal niente,
forme, profumi,
colori.
E diventare tutto. Come sei tu.
Ti cerco
nel fogliame scomposto,
nel rivo prosciugato
dall’arsura del tempo,
nell’amorevole cura
dei sogni assopiti che diventano realtà.
Sfuggono gli aquiloni
verso aridi cieli
dalle dita inermi
nel trattenere il destino
nel mio peregrinare assorto,
accartocciando
sussurri d’Eternità.
Ti cerco
nel buio di una sera
lasciata a sè stessa,
tra le righe
di un foglio abbandonato
nel bolero del vento.
Parlerà il silenzio
delle nostre mani
sul nostro volto smarrito di te.
Che ci sorridi da lassù.
(tea)
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 20 MAGGIO