“Gromo? Un paese in declino, come tutti gli altri paesi della nostra montagna, nonostante i tanti bei discorsi dei politici e degli amministratori che, solo a parole, beninteso, affermano di volerli ‘salvare’ … La realtà è che i servizi necessari ad una qualità decente della vita stanno sparendo tutti, la chiusura della banca è stata solo l’ultima mazzata in ordine di tempo”.
Sono amareggiate e pessimistiche le considerazione dei due negozianti, che non vogliono pubblicità, la cui famiglia gestisce un esercizio commerciale da più da 70 anni:
“Certo il borgo antico è sempre bello e attira i forestieri, ma viverci è tutt’altra cosa, di tutte le botteghe che c’erano ne sono rimaste quattro. Chiuderemo certamente anche noi, fra qualche anno, quando avremo l’età della pensione, e non credo che ci subentrerà qualcun altro….”.
Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda l’opinione di Roberta, della carto-libreria edicola in piazza Dante:
“Sempre meno servizi, è vero, nemmeno un bancomat; scarsi e scomodi i trasporti, i miei figli che hanno frequentato le Superiori a Lovere partivano e tornavano a casa in orari impossibili, mi dicevano sempre che quando loro iniziavano a pranzare i loro compagni più fortunati lo avevano fatto da un pezzo e avevano già fatto anche i compiti… E non parliamo di sanità: i turisti mi chiedono spesso come mettersi in contatto col medico dei villeggianti: – Il medico dei villeggianti? – rispondo – ma se non abbiamo più nemmeno quelli di base! Di due che ce n’erano più nemmeno uno…”.
“Non ha visto quante case ci sono in vendita? Gli anziani muoiono, Covid a parte, perché è naturale, e le famiglie giovani non scelgono certo di stare qui… Non abbiamo più la banca, la Posta apre solo 3 volte la settimana, il lavoro non c’è – dice Bortolo Tagliaferri, in pensione dopo una vita da bidello sia in Municipio che nelle scuole -. Tra poco anche tutti gli uffici del Comune verranno trasferiti nell’edificio scolastico, il paese sarà tutto un museo, bello, certo, ma i musei servono ai turisti, non a noi cittadini…”.
Entusiasti di Gromo sono invece Romina e Matteo, che vengono dal Milanese, che da 16 anni hanno comprato casa nei dintorni del laghetto e trascorrono qui non solo le vacanze ma tutti i fine-settimana e le altre festività dell’anno:
“Abbiamo appena ritirato il dépliant delle manifestazioni, ricco anche quest’anno di eventi e di occasioni di divertimento – dicono all’unisono – e poi non solo il borgo ma anche i dintorni sono bellissimi, per le camminate e le passeggiate c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ci spostiamo spesso anche nei paesi vicini, Ardesio, Valbondione, Gandellino, dovunque c’è qualcosa di interessante da vedere; e di bello c’è anche che qui ogni tanto arriva la pioggia, e allora se ne può approfittare per una giornata rilassante, al fresco. Noi invitiamo spesso qui i nostri parenti e i nostri amici, alcuni di loro si sono trovati così bene che poi hanno comprato casa a loro volta. Insomma, ormai ci consideriamo un po’ Gromensi anche noi, diremmo quasi che questa è la nostra prima casa, e quella di Milano la seconda”.
Giampiero è un pensionato che di recente ha messo su con la moglie un negozietto dell’usato in un locale che ospitava un negozio chiuso da tempo:
“Volevamo far qualcosa che ravvivasse un poco uno dei tanti begli angoli di Gromo, più che per guadagnare per offrire ai compaesani un punto di ritrovo e di socialità, così preziosi e sempre più rari nei nostri paesi… Ricordo che tra via Milesi e via Locatelli se ne contavano una quarantina, mentre ora i negozi rimasti possiamo contarli sulle dita di una mano… Io c’ero quando ogni sabato, dopo la chiusura delle scuole, arrivava la corriera diretta da Milano: noi giovani la chiamavamo ‘la corriera dei cornuti’ perché portava qui soprattutto mamme, nonni e bambini – i mariti venivano solo per ferragosto -, insomma erano famiglie che si fermavano a villeggiare fino alla fine di settembre, dal momento che le scuole riaprivano ad ottobre….
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