Su Araberara del 2 dicembre scorso abbiamo pubblicato un articolo sul “Convento” di Vilminore chiuso dal 2013 e da allora inutilizzato. Un complesso edilizio che ha anche una chiesa incorporata e un parco che ha sullo sfondo il paesaggio coronato dalla Presolana. Era stato ristrutturato, dotato di camerette con bagno e ascensore, nella prospettiva delle “Suore della Carità dette di Maria Bambina” di farne una sede che ospitasse le suore anziane. Poi la chiusura e l’abbandono. E’ in centro al paese ed è in vendita, sempre che alla Casa Generalizia di Milano arrivi un’offerta adeguata. Abbiamo anche ipotizzato un futuro impiego indicandolo con un Centro Congressi. Avere un progetto di impiego futuro servirebbe per poi andare a chiedere finanziamenti per l’acquisto. Non avrebbe nemmeno bisogno di troppi investimenti successivi, dotato com’è di spazi e servizi (cucina compresa). In redazione è venuta a trovarci Assunta Tagliaferri, insegnante e poi missionaria laica in vari paesi dell’africa e dell’America Latina, scrittrice, che su questo tema è già più volte intervenuta. E ci ha chiesto di pubblicare due suoi interventi in proposito che proponiamo ai lettori perché il tema non resti lettera morta.
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Assunta Tagliaferri
Attraversavo, uno di questi giorni la piazza di Vilminore quando mi sento chiamare e chiedere a bruciapelo: “Allora, come vanno le trattative del convento?”.
“Io ho un sogno” – “I have a dream” parole del discorso di Martin Luther King il 28 agosto 1963 a Washington – che i miei figli vivano un giorno in una nazione dove non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per ciò che la loro persona contiene”. Certo, la problematica di M.L.King era di una portata diversa dalla mia. Ma non è proibito sognare… Anzi, lo sanno tutti ormai che, spesse volte, sognare fa bene. Sognare che, nel cortile e nella veranda dell’ex convento delle suore, si possa sentire ancora la voce dei bambini che giocano e ridono o i centi degli over 65 che cantano vecchie melodie del passato, non può che far bene.
Avevo promesso, ad una riunione prima delle ultime votazioni, che non avrei permesso che si dimenticasse il problema “ex convento delle suore”. Mi sembra però di non vedere né sentire nessun movimento in proposito. Allora eccomi a far presente alcune istanze che interpellano i Comuni della Valle, la Comunità Montana e le rispettive autorità, ma anche le parrocchie della Valle e le imprese e, soprattutto, ciascuno di noi, come comunità vivente.
E’ vero che a suo tempo le suore dissero che non volevano vendere. Ma sono trascorsi dieci anni per cui è urgente verificare se l’immobile è ancora libero. Dopo 10 anni ormai, credo proprio che le suore non ritorneranno….
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