Decreto Piantedosi sulle Ong, Colombo, Ufficio Migranti CGIL di Bergamo: “Grave attacco alle attività di salvataggio di vite umane”

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Sul primo decreto sicurezza del governo Meloni, che è stato approvato dal Consiglio dei ministri di mercoledì 28 dicembre e che interviene sulle regole di condotta da tenere durante i salvataggi in mare, ecco di seguito le considerazioni di Annalisa Colombo della segreteria provinciale della Camera del Lavoro e responsabile dell’ufficio migranti della CGIL di Bergamo. “Il decreto Piantedosi costituisce certamente un grave attacco alle attività delle organizzazioni che operano in mare.  Lo scopo della norma, non dichiarato ma ben chiaro (il pretesto è sempre quello legato all’ordine e alla sicurezza pubblica…), è quello di ridurre drasticamente la possibilità di soccorrere e salvare le persone che affrontano un viaggio che per molte rischia di essere l’ultimo. L’impossibilità di soccorsi plurimi, qualora fosse necessario, è con tutta probabilità una violazione del diritto internazionale. L’obbligo di raccogliere a bordo le richieste d’asilo è un’attività che esula dai compiti delle ONG e deve essere gestita ‘sulla terraferma dalle autorità competenti’ (linee guida dell’Organizzazione Marittima Internazionale). Anche l’obbligo di far sbarcare i profughi in uno dei porti indicati (non più solo quelli usuali di Sicilia e Calabria), che sarebbe dettato dall’esigenza di alleggerire le regioni ‘martoriate dal flusso continuo di migranti irregolari’, nasconde in realtà lo scopo di tenere le Ong il più lontano possibile dall’area di soccorso. Ciò che in realtà servirebbe davvero, oltre a garantire un’accoglienza dignitosa a chi ha i requisiti per richiedere protezione internazionale, è una legge che regolamenti in modo serio e responsabile i flussi d’ingresso in Italia e dia la possibilità a chi decide di lasciare il proprio Paese per migliorare le proprie condizioni di vita di poterlo fare in sicurezza, senza rischiare la vita imboccando percorsi al limite dell’umano”.

 

 

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