Lunga intervista al medico famoso in tutto il mondo. Viene da Fonteno. E’ uno degli specialisti delle “cellule elettriche” del cuore. “Ogni anno in Italia muoiono 60 mila persone per problemi cardiaci: 20 mila potrebbero essere salvate con un semplice defibrillatore semiautomatico”. Pubblichiamo qui l’inizio dell’intervista.
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Campioni olimpici, calciatori di serie A, politici eccellenti, generali di eserciti vicini e lontani, artisti famosi, e poi gente comune. “Una delle soddisfazioni maggiori è aver sentito un collega che era venuto da noi a imparare le tecniche più avanzate, telefonarmi dal Senegal e dirmi che aveva ‘visto’ con occhi diversi il cuore di un paziente e l’intervento era riuscito perfettamente”. Antonio Curnis è quello che un tempo si chiamava un “luminare”. E’ chiamato in tutto il mondo, Cairo, Taiwan, Libia, Dubay, Lugano, Lubiana, Damasco, Teheran, Parigi, Oman, Argentina, Russia, Stati Uniti…
La sua storia comincia a Fonteno quando la mamma decide di tornare da Zurigo (“dove non mancavano certo gli ospedali”) a partorire al suo paese, l’11 febbraio del 1958. “Da piccolo era un birichino…” . Le mamme sono così, i loro “bambini” crescono, diventano famosi, ma loro li vedono ancora con gli occhi di quando era piccoli e ruzzolavano per le strade del paese e tornavano a casa con le ginocchia sbucciate.
“Mamma, piantala!”, le dice adesso, con affetto, il figlio che a Fonteno torna appena può. “Ho una cascina su in alto, le idee migliori mi sono venute in cascina”. E’ una delle 365 cascine di Fonteno, una per tutti i giorni dell’anno e il prof. Curnis ci torna per rifiatare, prima di ripartire per il mondo. Adesso è tornato da Minneapolis e sta per ripartire per Parigi ma deve passare prima sul Garda per una visita importante a un famoso calciatore. (…)
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