BOLIVIA – SOVERE – Quando Pelè donò 70 milioni di lire a Padre Antonio Berta per la Ciudad de Los Niños…

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Pelè, O Rey, il più grande col pallone tra i piedi. Padre Antonio Berta, missionario, il più grande con i bimbi nel cuore, lui che ha fondato la ‘Ciudad del Ninos’ in Bolivia. Pelè da San Paolo, cuore del Brasile, Padre Antonio Berta da Sovere, nella bergamasca. Mondi lontani, ma non abbastanza per ritrovarsi vicini quando serve. Padre Antonio era in Bolivia, la squadra di Pelè aveva giocato una partita nella città boliviana dove il patronato stava costruendo la sua seconda squadra ‘Ciudad del Ninos’. Padre Antonio non era certo un tipo che le mandava a dire quando c’era bisogno di aiutare: “E così – raccontò allora – ne ho approfittato per parlare con lui, perché so che si interessa dei ragazzi abbandonati. Mi ha dato 300 dollari (circa 200 mila lire, che in Bolivia valgono quattro volte più che in Italia) e mi ha assicurato che in aprile mi manderà una buona somma. Lo so, ho avuto la faccia di tolla ma che volete, un mio fratello mi diceva che dovevo fare ol fra Sircot”. Pelè è stato di parola, e consegnò, sembra, l’equivalente di 70 milioni di lire, per la Ciudad del Los Ninos. Quella città che ha accolto e accoglie bambini raccolti per strada, bambini che erano stati abbandonati, picchiati, violentati. Padre Antonio ha donato loro un posto che andava oltre le mura, un posto dove sentirsi a casa. E in questi giorni che Pelè se ne è andato, abbiamo voluto raccontare questo strano incontro, un incontro tra due giganti che percorrevano strade diverse, ma che per un certo tratto quelle due strade l’hanno fatta diventare una strada sola, una strada che porta in braccio alla vita, destinazione meraviglia.

Padre Antonio, la sua lunga barba, gli occhi intensi, che sembravano arrivarti dritti dentro ogni battito di cuore, allegro, vivo, intrepido. Capace di sopportare avversità, sofferenze, difficoltà con quella voglia di vita intensa e unica. Don Bepo Vavassori, fondatore del Patronato che ha dato forma a quel sogno che si incarna nella Ciudad de los Ninos in Bolivia. Una città della gioia, immaginatevi una città abitata da ragazzini, che corrono felici dietro a un pallone, lungo un fiume o che si tengono per mano. Che all’improvviso la povertà si fa da parte, scompare, perché dove non si è più soli la povertà sparisce, non esiste più. O non la si sente più come prima. Perché chi è amato non è povero. E’ molto più ricco di chi ha in mano quei fogli che si chiamano banconote ma non ha nessuno attorno. Era estate, era il 31 luglio del 1966 quando Padre Antonio Berta partì per la prima volta per la Bolivia:  “La speranza è l’unica arma con la quale si può andare avanti”, diceva Padre Antonio. E lui ha dato forma alla speranza, la speranza è diventata le fondamenta per un mondo per i ragazzi boliviani. Arrivato in Bolivia, Padre Antonio è stato in un orfanotrofio statale di La Paz, poi quando ha preso le misure di ciò che doveva e non doveva più essere, ha voluto, immaginato e creato una struttura diversa, accogliendo ragazzi, bambini, a cui ha donato un futuro, un mestiere, una vita….

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