In piedi. Nella tormenta. (Che poi tutto insieme, ‘In piedi nella tormenta’ è il titolo della rappresentazione teatrale che Tiberio Ghitti sta portando in scena in questi mesi). Dentro la tormenta. Uscirne. Barcollanti. Ghiacciati. Ma con il fuoco dentro. Che poi è quello che conta. Quel fuoco che scalda i poveri. Illumina la strada ai ciechi. Dà conforto agli ultimi. Che potrebbe essere una storia di questi giorni. Che ci sono storie che sono per sempre. Come quella di don Giacomo Vender, che la compagnia Olive a pArte sta portando in scena in questo periodo, ne abbiamo parlato nel numero scorso con un’intervista al regista e attore Tiberio Ghitti, e ora invece raccontiamo il protagonista di questa storia, lui, Don Giacomo Vender, da Lovere. Una storia che sta balzando agli onori della cronaca grazie a Riccardo Vender, nipote di don Giacomo che ha fortemente voluto farla conoscere in questo modo così forte, originale, unico. Che va oltre il semplice racconto. Nella sua Chiesa ha voluto incidere sul pavimento questa frase …” … entro ad adorare Iddio, esco per amare gli Uomini …”. Don Giacomo Vender nasca il 9 aprile 1909 a Lovere. Sacerdote nella parrocchia di San Faustino a Brescia e poi parroco di Santo Spirito, nel maggio del 1940 decide di arruolarsi come cappellano militare e viene aggregato al 73° Reggimento Fanteria. Presta servizio a Trieste, in Jugoslavia, in Piemonte e in Francia fino all’8 settembre 1943 quando, rientrato a Brescia, inizia da subito ad aiutare militari sbandati, ebrei e perseguitati politici.
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