(Ser-To) – Un miglior regalo Giuliano Maffeis non avrebbe potuto desiderarlo; giovedì 23 febbraio, infatti, nel giorno del suo sessantesimo compleanno, dopo cinque anni di attesa è riuscito a far mettere una targa commemorativa sulla cancellata dell’ex Brefotrofio di Bergamo in via Statuto 22, che era un padiglione collegato all’Ostetricia dell’Ospedale Maggiore, oggi diventato il comando provinciale della Guardia di Finanza.
Giuliano, cittadino di Fiorano al Serio, è stato uno dei 5.770 bambini che dal 1928 al 1975 furono curati e accuditi nel Brefotrofio di Bergamo. Quando è nato gli è statom messo il cognome Lanciani e dopo quasi due anni è stato dato in affido ad Attilio Maffeis, norcino a Leffe, e a sua moglie Lidia Magugliani. È stato adottato definitivamente col cognome Maffeis nel marzo 1968. Dieci anni fa Giuliano ha voluto scoprire quale fosse la sua famiglia di origine, scoperto chi era la sua madre naturale, morta nel 1999, che veniva da Calcio. Ha anche scoperto di avere una sorella.
Nel 2020 ha deciso di raccontare pubblicamente la sua storia con alcune interviste: una di queste a Vittorio Feltri di ‘Libero’, che all’inizio degli anni ‘60 vinse un concorso della Provincia ed è stato impiegato del Brefotrofio e che era presente all’inaugurazione. C’erano anche, tra gli altri, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII Maria Beatrice Stasi, il comandante provinciale della Guardia di Finanza colonello Marco Filipponi, la scrittrice Aurora Cantini (che ha scritto il libro ‘Il bambino con la valigia rossa’ che racconta la storia di Pietro, un bambino abbandonato al Brefotrofio di Bergamo), ,e alcuni di quei bambini che come Giuliano, erano stati ospitati nella struttura cittadina: Gisella, Mariagnese, Giuseppe e Cinzia.
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