La litoranea sebina bergamasca abbandonata, pur avendo potenzialità tutte da sfruttare. Guardando l’altra sponda viene da pensare che i bresciani si siano mossi per tempo, decenni fa ormai, con le gallerie che portano dritte verso Brescia (semmai si dovrebbe discutere dei limiti di velocità che sembrano trabocchetti e delle relative multe). Viabilità risolta con la variante del treno Brescia-Edolo che non è poco. Da aggiungere il “recupero” ciclopedonale della Toline-Vello che turisticamente vale moltissimo.
Torniamo da questa parte del mondo dei “poveri”. La litoranea appena passato Castro è una sorta di piccolo sentiero a picco sul lago, un po’ di reti paramassi e uno ci passa sperando nella buona sorte. Prima di Riva una modesta galleria lasciata a metà (si nota, venendo da Riva, l’imbocco di un proseguimento mai attuato), in corrispondenza del Bogn, già di suo traforato ben tre volte. Ma con risultati pressochè nulli per la viabilità.
Ma anche dopo Riva di Solto uno deve sperare che non venga giù qualche masso come avviene di quando in quando, con interruzioni del traffico, al netto del fatto che nessuno ci resti sotto (il masso).
Tavernola è epicentro tra due gallerie. La prima è quella di Portirone. Qui bisogna aguzzare gli occhi perché chi va in bici deve per forza di cose entrarci e percorrerla sperando di non essere tranciato da un’auto o peggio da un tir. Non c’è alternativa. Il vicesindaco di Tavernola, Roberto Zanella, a suo rischio e pericolo, si è avventurato sul vecchio percorso, ridotto questo veramente a un sentiero, con relativo abbandono di immondizia (!), massi precipitati e sterpaglie. Su questo tratto non c’è, non diciamo un progetto di massima, ma nemmeno un’idea di recupero di un percorso turistico. E’ l’abbandono totale.
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