PRO E CONTRO – Cronaca di una morte annunciata ma in 20 anni è il primo orso che uccide

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Sono un vero animalista, non come quei radical chic che mangiano quinoa e avocado, scrivono post al veleno contro allevamenti intensivi e multinazionali, ma hanno paura di accarezzare una mucca e schifo di baciare un maiale. Da 10 anni ho un rifugio per animali salvati dai macelli, ne ho 68 e mi occupo da solo di loro tutti i santi giorni dell’anno. Natale, Pasqua, Capodanno e Ferragosto. Sempre e comunque. Anche quando la notte prima ho bevuto troppo e dormito poco. Anche quando ho la dissenteria. Gli amori autentici non conoscono rinunce e io gli animali li amo, perché mi hanno salvato la vita.

Il mio parere sulla triste vicenda del runner sbranato dall’orsa in Val di Sole, certamente vi apparirà di parte, ma non è così. Sarò limpido, obiettivo, lucido e imparziale.

Quello che è accaduto in Trentino è la “Cronaca di una morte annunciata” da oltre vent’anni. (Rubo a Gabriel Garcia Marquez il titolo del suo celebre romanzo, perché calza a pennello).

Il reinserimento dell’orso in Italia infatti è partito a metà degli anni ’90, quando l’Unione Europea ha giustamente preso una svolta green, cominciando ad occuparsi seriamente dei problemi ambientali e dei danni irreparabili causati dall’uomo al pianeta. Così, in Trentino e in Abruzzo, il grosso plantigrado estinto è miracolosamente resuscitato. La questione abruzzese però è stata gestita in maniera differente rispetto a quella altoatesina per svariati motivi. Anche in Abruzzo l’orso, di tanto in tanto, fa capolino tra vicoli e piazze. Si fa fotografare e filmare come fosse una star e banchetta a volte coi bidoni della spazzatura e a volte con le pecore, ma questi restano episodi sporadici. Gli orsi infatti sono “confinati” giustamente all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso. In aree off-limits per gli umani, oasi protette che garantiscono così sicurezza a entrambe le specie. Questa scelta coerente ha portato risultati concreti. L’orso si è ambientato e vive in libertà: la convivenza civile tra animale e umano è dunque possibile.

Pro

“Da lupi, orsi e vipere ci si può difendere, più difficile difendersi dalla superficialità e dall’ignoranza”

 Lorenzo Tosa

Condivido ogni parola di quanto scritto da Federico Andreoli sul caso dell’orso in Trentino, capace di mettere insieme, in un unico discorso lucidissimo, il rispetto per la vittima e quello per la realtà.

“L’orso?

Circa sette anni fa andai con mia moglie a Brooke Falls, nelle isole Aleutine, in Alaska. Andammo là perché avremmo potuto incontrare i grizzly nel loro ambiente naturale. Appena arrivati in questo minuscolo resort, in mezzo al nulla, circondato solo da foreste i ranger ci hanno spiegato come avremmo dovuto comportarci aggirandoci nei boschi. Ci hanno spiegato che gli orsi sono animali solitari e non amano l’incontro con l’uomo, per cui ci hanno regalato un campanello da legare alle caviglie per fare rumore e non arrivare in prossimità di un orso senza che lui ne accorgesse per tempo. Ci hanno anche spiegato che se si incontra un orso è meglio non correre mai e o di fingerci morti o di allargare le braccia, stando immobili, e urlare con voce cupa. Siamo stati per tre giorni a Brook Falls e abbiamo passeggiato noi due da soli nei boschi, incontrando decine e decine di orsi, alcuni a poche decine di metri, intenti alla pesca del salmone. Migliaia di persone frequentano ogni giorno questi “santuari degli orsi” sparsi in tutta America. Gli eventi mortali sono insignificanti se non nulli. L’introduzione degli orsi in Italia è stata un’operazione molto rischiosa e avvenuta senza comprendere la natura dell’habitat italiano e senza rendersi conto della mentalità italiana nei confronti dei pericoli insiti nella natura. In Italia ci sono animali potenzialmente pericolosi quali vipere,volpi, lupi e bisogna imparare a convivere con loro, non pensare di sterminarli…

Contro

“Se orsi o mammut non ci son più, ci sarà anche un motivo”

Cristiano Nisoli

Di orsi e di Yoghi.

Vivo tra gli orsi. Ogni 18-24 mesi, uno (più spesso, una) di noi viene attaccato da un orso, e finisce invalido a vita. Ogni tanto li vedi girare per i quartieri tra le case. E vivo tra i puma. Ed i gatti selvatici. E tra i serpenti a sonagli. E procioni (e prima di dire “che carini, come candy candy!” sappiate che ti accecano e strappano via la faccia). E le vedove nere. E le tarantole. E tra cervi. E elks. E volpi. E “cani della prateria”. Ed altre specie di cui ignoravo prima l’esistenza: la lista sarebbe lunga.

L’orso è l’unico di cui ho paura. Se pensate che l’orso sia Yoghi, vi prego di informarvi. L’orso è circa 5 volte più forte di te. Corre tre volte più veloce di te. Ed è armato. Il suo morso è circa sette volte più forte del tuo. Ha zanne più spesse del tuo dito ed artigli più spessi delle zanne. Con quelli ti strappa letteralmente la muscolatura dello scheletro, a sberloni. Molto ma molto meglio incontrare un puma, od un crotalo (il che mi è successo senza troppe conseguenze).

Mi trovo a volte una mandria di elks in mezzo alla strada dietro un tornante cieco, in moto. Esco la sera a passeggiare al buio e mi accompagna un coyote che da anni mi segue (siamo oramai amiconi), si fa di solito avvicinare fino a due metri, e poi scappa via, ma poi si ferma per assicurarsi che io sia ancora vicino (si diverte così). Minchia, abbiamo persino un problema di mucche selvatiche.

Questo per dire che non ho niente contro gli animali nel loro habitat, incluso quelli pericolosi, anzi mi piacciono.

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