Isabel ha un anno e mezzo e si coccola le galline nel grande prato dietro casa alla Ca’, una località all’ingresso di Barzesto, frazione di Schilpario. Isabel è una dei tre figli di Claudio Bettineschi, sulla soglia dei 42 anni, una vita che sembra un’odissea in giro per il mondo e le valli. E’ nato in Ghana. In Ghana? E così comincia una storia che dall’Africa tocca Barzesto, ma anche l’Australia e poi New York, Parigi e ritorno alla Ca’ che sembra appunto la storia di un Ulisse moderno.
“Mio padre Domenico, nato qui a Barzesto, lavorava nelle miniere d’oro del Ghana. Lì ha conosciuto mia madre, di origine indiana, si sono sposati, è nato mio fratello più grande, Giovanni, nel 1979 e poi sono arrivato io nel 1981. Adesso mio fratello sta in Australia, con mia mamma che dopo la morte di mio padre si è risposata là. Ci sono stato un paio di volte”.
Torniamo al Ghana. Quando siete tornati alla Ca’?
“Siamo tornati a Barzesto che avevo 5 anni perché mio padre voleva che facessi le scuole qui in valle e qui ho abitato con gli zii, mio padre è morto che avevo 17 anni. Sono andato a studiare danza a Milano, scuola IDA (che sta per International Dance Association), lì mi sono diplomato e poi ho preso in gestione una scuola di danza a Boario. Una danza particolare, l’ hip hop, con la specialità di quella che viene chiamata street dance, o danza urbana. Ho insegnato a bambini e adulti, dai 5 ai 20 anni, a quella che si chiamava ‘Studio Danza’, sede a Boario ma anche altre due sedi a Sellero e Malonno che io ho rinominato ‘shut up and dance’ che tradotto sta per ‘stai zitto e balla’ con l’acronimo ‘suad’. Oltre ai saggi di fine corso degli allievi, facevamo anche molti spettacoli. Ma per 15 anni ho anche fatto il ballerino per una compagnia di danza per un’agenzia di Rovigo e abbiamo girato il mondo con uno spettacolo omaggio a Michael Jackson. Nel frattempo mi sono sposato, mia moglie si chiama Mara Pedretti, è camuna, di Grevo, una frazione di Cedegolo”.
Claudio in estate, libero dall’insegnamento, ha fatto trasferte, spettacoli a New York e Parigi. E poi nelle province italiane, Bergamo, Brescia, Mantova… Ma ci campavi con la scuola di danza? “Sì, ormai era una professione, fin che mi sono stancato, ho lavorato e lavoro in officina. Ho tre figli, Nathan Domenico di 9 anni, Michael di 5 anni e appunto La piccola Isabel di un anno e mezzo”.
E tornando in valle non ha pensato ad aprire una scuola di danza da queste parti?
“Siamo tornati in valle nel maggio del 2018. Sì ho fatto qualche corso ma sul più bello sono stato fermato dal… covid”. Il che ti ha costretto a ripensare e rimpostare la vita.
“Adesso lavoro in un’officina a Pezzolo e mia moglie, per arrotondare, perché tre figli sono impegnativi, nel weekend fa la cameriera in un locale a Colere”.
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