E’ stata partecipatissima l’assemblea pubblica fortemente voluta dall’Amministrazione comunale per discutere delle problematiche legate alla presenza di lupi sul territorio e per rispondere alle tante perplessità, alle domande ed anche alla paura dei cittadini dopo le segnalazioni della presenza dei predatori non solo nei dintorni del paese ma anche nel centro abitato. La sera del 20 maggio scorso infatti la sala consiliare ha contenuto a fatica il centinaio e mezzo di persone – alcune delle quali venute anche da molto lontano –, mentre altre hanno dovuto a malincuore tornarsene a casa perché non c’era più posto:
“Un segno inequivocabile, questa presenza massiccia, di quanto il tema sia sentito dalla nostra popolazione e non solo – commenta la consigliera con delega al Turismo Nicoletta Belingheri – e anche la dimostrazione di quanto fosse urgente trovare una soluzione a questo problema”.
Molte infatti le domande che il pubblico ha posto alle autorità regionali Francesco Bindi, ricercatore, e ad Elisabetta Rossi, funzionaria, i quali si occupano del Progetto Europeo Life Wolfalps che interessa il ritorno dei grandi carnivori su tutto l’arco alpino e di cui Regione Lombardia ed Ersaf sono partner con un budget di 1 milione di euro.
I rappresentanti della Regione hanno illustrato alcuni degli aspetti che caratterizzano la presenza dei lupi in Italia: dagli anni ’70 in poi, quando si trattava di un centinaio di individui e quindi vicini all’estinzione, ai 3.300 di oggi; un aumento dovuto non certo ad un’immissione forzata, ma ai loro spostamenti spontanei, favoriti da fenomeni come l’abbandono della montagna e l’aumento degli ungulati a loro disposizione.
Elisabetta Rossi ha poi spiegato come all’amministrazione pubblica spetti il compito di equilibrare la tutela dell’animale protetto con la riduzione dei conflitti tra l’animale stesso e le popolazioni che vivono e lavorano nelle aree dallo stesso frequentate, e proprio su questo punto si sono accesi e concentrati i maggiori dubbi e le maggiori critiche, spesso anche molto vivaci e polemici, del pubblico presente, tra cui molti allevatori:
“Sappiamo benissimo che i recinti consigliati- alti 1 m, meglio se 1,40 (sic!) non servono – hanno detto – e oltretutto sono impossibili da posizionare in tante zone di alta montagna, e che i cani anti-lupo sono pericolosi per i turisti; quanto ai risarcimenti – che spesso in realtà non sono né rapidi né congrui – non ce ne importa nulla perché noi vorremmo solo vivere tranquilli ed allevare le nostre bestie in santa pace: in queste condizioni invece con quale animo possiamo accingerci alla stagione dell’alpeggio?”. Preoccupazione è stata poi espressa anche dal presidente del CAI dell’Alta Valle, a causa delle molte persone, escursionisti ed alpinisti, che hanno già disdettato le prenotazioni in zona perché hanno paura dei lupi.
La convivenza: unica soluzione al problema?
Alla domanda precisa della sindaca Flora Fiorina che chiedeva se le mamme possano ancora permettere ai loro bambini di giocare all’aperto e comunque di muoversi a piedi in paese senza pericolo, come hanno sempre fatto, Daniele Carrara, sovrintendente della Polizia provinciale di Bergamo, ha risposto che il rischio 0 non esiste nella vita, che anche viaggiare in auto comporta dei rischi ma non per questo smettiamo di servirci delle automobili…Rischio che vale anche per i cani, ovviamente, da tenere al guinzaglio perché il lupo può ‘interpretarli’ come possibili prede.
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