CASTIONE – Il vecchio mulino cinquecentesco e il Museo ‘Le Macine’… il luogo è ‘da favola’ ma il futuro è incerto

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Se dal ponte di Castione, subito dopo il centro storico costellato di negozi, si guarda verso il basso, si nota un vecchio edificio in fondo alla stretta valle. Si intuisce subito che quello è un antico mulino, di quelli che in tempi lontani erano immancabili lungo il corso di fiumi e torrenti.

Ma se si prende la strada che scende verso il fondovalle, ad un certo punto si può essere colti da un pensiero: “Ma questo è un luogo da favola!”.

Sì, perché tutto, ma proprio tutto, ci riporta alla mente stupendi luoghi di pace e di poesia, di quelli che si vedono nei film fantasy o che si immaginano leggendo un libro di fiabe: “C’era una volta un vecchio mulino accanto al ruscello, circondato da boschi e prati fioriti…”.

In questo edificio cinquecentesco della Valle dei Mulini ha sede da alcuni anni il Museo ‘Le Macine’ (Via Sant’Antonio 1). Vi si possono ammirare, al piano superiore, antichi oggetti di uso quotidiano utilizzati dai nostri nonni e bisnonni (macchine da cucire e attrezzi degli ‘scarpulì’, un telaio, antichi ferri da stiro e via dicendo). Il piano inferiore è invece dedicato a quella che era la funzione primaria di questo luogo; ci sono infatti le macine e, durante le visite guidate, ne viene spiegato il funzionamento.

Bello, tutto bello, ma non mancano alcune ombre sul futuro di questo gioiello castionese, come ci spiega Sergio Percassi, il titolare del museo, che gestisce insieme alla moglie Rosanna.

Il museo è nato dopo un importante restauro fatto molti anni fa, che ha permesso di recuperare l’edificio, portandolo dal rudere che era, ad assumere la bellezza attuale. Il restauro è stato ultimato nel 1990. Inizialmente il museo era nato come bar/ristorante con annessi i locali del mulino risalenti al 1500, visitabili dai clienti. Però, circa otto anni fa – spiega Percassi – l’attività del ristorante è terminata, ma secondo me sarebbe da ripristinare ancora oggi. Molti dei visitatori del museo chiedono se c’è un posto in cui mangiare o bere qualcosa, quindi un bar/ristorante lavorerebbe sicuramente”.

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