preludi, sguardi e tempeste

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    Entra nel mio silenzio e lavami con premura il cuore. Mi ritrovo qui. E guardo il mondo vestito d’autunno, dove lo spazio si dilata mentre le persone vanno di fretta. Ogni volta. Bacio l’aria e lo spazio. Stringo tra le mani il vento e trattengo nel petto la luce di questo cielo gonfio di nubi che danzano nel vento. E resto in silenzio sulla soglia di me. Qui dopo una giornata di parole. Le disperdo nel vento e osservo i comportamenti. che me lo hai insegnato tu. I comportamenti vestono i caratteri. Il resto serve a poco. Anche le parole. Io invece vesto il mio sentire. Mi resta addosso tutto ciò che penso. Guardo fuori dalla redazione e la Presolana torna beatamente a starsene finalmente sola col suo cielo, ripulita da turisti e libera di mostrarsi nuda e felice. Noi qui. In mezzo al tempo. Che si infila tra le persone e poi decide se diventare colla oppure spazio. E’ bello perdersi così. Lecco l’infinito e mi ritrovo. Mi succede sempre quando resto con me di fronte al cielo. Mi piace un sacco fuggire da tutti e farmi compagnia. Imparo a conoscermi. Perché prima di ogni cosa ci sono attimi e preludi, ci sono sguardi e tempeste, parole e voglie, prima di tutto c’è quell’intimità col cielo che va oltre. E in quell’intimità mi ritrovo sempre con l’anima nuda. La gente sembra triste. Potere di un giorno piovoso d’autunno. Triste è un punto di vista. Felice è un punto di vita.