Prendo spunto dalla lettera che una cittadina di Bossico ha inviato ad Araberara (edizione del 2 giugno), relativa alla goliardata messa in atto da alcuni giovanotti del paese che sono entrati con una mucca (forse un vitello) in un bar del paese.
Volutamente ho pubblicato la notizia, presa da Araberara, sulla pagina Facebook sei di Bossico con la didascalia (non fatta a caso) “ci siamo fatti pubblicità ancora una volta…” lasciando aperto il dibattito sull’argomento.
Diciamo che di dibattito c’e’ stato in abbondanza.
Qualcuno ha preso la difesa dei ragazzi… qualcun altro ha criticato l’autrice della lettera che con il suo scritto ha fatto da cassa di risonanza ad una notizia che sarebbe, forse, finita dimenticata dopo pochi giorni.
Altri ancora hanno fatto della sana ilarità mi è sembrata una .. vaccata!
Oppure: mancano i commenti dei vegani animalisti ….frasi tipo “meglio la mucca al bar piuttosto che al macello”.
Potremmo stare a discutere per giorni sull’argomento e probabilmente ognuno rimarrebbe della propria opinione.
Gli autori del gesto, che a prima vista non mi sono sembrati dei feroci rivoluzionari sono risentiti della cosa, che probabilmente doveva essere solo l’occasione per fare due risate ma grazie ai social che amplificano tutto in alcuni minuti sono rimasti vittima inconsapevole della loro trovata.
Saremo ricordati come il paese della mucca al bar? Mi auguro di no perché chi lo facesse cadrebbe nel pregiudizio stupido di giudicare un paese, persone e fatti, per un gesto che forse va ricondotto nei giusti argini.
Per certi aspetti mi ha ricordato la polemica delle molestie e offese sessiste alle ragazze da parte degli alpini all’adunata di Rimini 2022.
Gli alpini sono anche altro, volontariato, altruismo, e iniziative che tutti conosciamo e che ce li fanno rendere degni di rispetto. Qualcuno si è accorto degli alpini solo per le frasi sessiste, che poi magari non sono state pronunciate nemmeno da alpini visto che all’adunata arriva ogni genere di persone.
Le denunce sui fatti sono cadute nel vuoto ma tutti però ricordano le frasi sessiste degli alpini.
Le persone piu’ anziane ricordano “la notte dei matti” ossia la sera di capodanno dove il paese era teatro degli scherzi più dissacratori…cancelli rubati, porte inchiodate, e via discorrendo.
Sempre per rimanere nelle frasi fatte, ricordo che “fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”.
Bossico è anche altro, e le pagine di Araberara in questi anni hanno dato spazio a numerose iniziative che rendono un paese vivo, attivo nel volontariato, con tanti giovani impegnati nei gruppi.
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