ONORE – L’ intervista alle maestre Angela e Marica che vanno in pensione

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Credo che mi renderò conto soltanto a settembre di essere in pensione, quando tutti rientreranno a scuola dopo le vacanze e io invece rimarrò a casa”, racconta con il sorriso Angela Schiavi, che chiude la sua carriera alla scuola primaria di Onore. 43 anni di insegnamento e una passione infinita: “Ho iniziato come maestra unica, si insegnavano tutte le materie, mentre gli ultimi anni ho insegnato matematica e inglese. Ricordo ancora quando è arrivata la prima chiamata, era la scuola di Cerete Basso. Ero in vacanza in Calabria con i miei amici, mi hanno chiamato per una supplenza e invece sono rimasta tutto l’anno. Ho insegnato parecchi anni anche a Dorga, ricordo l’esperienza della pluriclasse a Piazza di Sovere e gli ultimi sette anni li ho passati qui a Onore, il mio paese, e mi sono trovata molto bene anche con i miei colleghi e questo è stato davvero fondamentale. Sono rimasta un anno in più perché avevo una quarta e volevo accompagnarla alla fine del percorso. Adesso lascio ancora una quarta, ma penso sia il momento di lasciare spazio ai giovani. Ti assicuro che ci si affeziona ai bambini, che diventano anche un po’ i tuoi e ancora di più nelle scuole piccole come le nostre. In cinque anni li vedi crescere sotto ogni aspetto, da quello caratteriale a quello sociale e didattico”.

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“Ho fatto per 42 anni un mestiere coinvolgente ed appassionante, che ti riempie la vita”, sono le parole dell’ultimo giorno da maestra di Marica Filisetti, originaria di Fino del Monte, che va in pensione.

Per una ventina di anni ho insegnato matematica e poi italiano, ho provato l’ebrezza di entrambi, che sono materie molto diverse tra loro, ma soddisfacenti con i bambini piccoli. Sono passata di ruolo a 22 anni, il primo anno ho insegnato a Gromo, poi a Novazza, dove c’erano poche classi ed eravamo solo in due insegnanti, a Clusone sono rimasta un anno e poi mi sono trasferita a Songavazzo, dove ho insegnato fino a quando è rimasta aperta, sono passata a Onore, poi sei anni a Rovetta e infine sono tornata a Onore… e il mio cuore di maestra batte proprio qui”.

Il giorno dopo la maestra Angela, è toccato alla maestra Marica vivere l’ultimo giorno di scuola: “Devo dire che sia gli alunni che i colleghi sono stati bravissimi a non far trapelare nulla dei preparativi. Non sono riuscita a trattenere le lacrime, anzi ho iniziato a piangere con le altre classi, figuriamoci quando sono arrivate le mie”.

E quando le chiediamo che maestra è stata… “Il metro di giudizio migliore è sempre quello dei bambini, se però devo proprio definirmi, ho sempre avuto tanta pazienza, sono stata amorevole e gentile, non ho mai alzato la voce e ho sempre avuto la voglia di spiegare ancora se fosse necessario. Abbiamo fatto un gioco a scuola, le colleghe hanno chiesto ai bambini di scrivermi delle frasi e in molti hanno usato l’aggettivo divertente per descrivermi e questo mi ha stupito, insomma non pensavo mi vedessero in questo modo. Quando Michele (intende Schiavi, ndr), che è stato mio alunno, è venuto a trovarci gli ho chiesto se è davvero così e mi ha detto di sì. Nonostante insegnassi italiano, che non è una materia così divertente, probabilmente sono riuscita a farlo piacere. La mia preoccupazione maggiore era quella di non essere noiosa, perché imparare deve essere piacevole e penso in questo senso di essere riuscita”.

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