La leggenda della ‘sarneghera’

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Il lago d’Iseo raggiunte una massima profondità di 252 metri, il perimetro è di circa 60 km, si estende per una lunghezza di circa 25 km con la massima larghezza (oltre 4 km) tra Tavernola e Sale Marasino, occupando una superficie di circa 60 km quadrati.  Qui del suo ce lo mette anche la famosa ‘Sarneghera’ che quando si scatena è devastante. La Sarnghera, un vento violento e vorticoso provocato nei giorni estivi caldi e afosi dal sopraggiungere di una corrente fredda da Sarnico. Solleva colonne d’acqua e forma onde piuttosto alte. Il cielo, sino a poco prima sereno con foschia da umidità, si copre improvvisamente di nuvole scure e basse ed il vento accompagnato a pioggia può sradicare alberi, sollevare tetti, rovesciare imbarcazioni. La durata è limitata. Una “sarneghera” molto violenta si è avuta nel luglio 1946: un motoscafo con a bordo quattro persone sollevato dal vento si capovolgeva nelle acque di Iseo causando due vittime, il dott. Fortunato Metelli di Erbusco e una cittadina turca, la signora Mactovich. Altra sarneghera di eccezionale violenza fu quella del 15 agosto 1966 che provocò la morte di tre persone tra cui l’iseano Renato Manera. Sulla ‘sarneghera’ circola una leggenda. Il fenomeno atmosferico sarebbe collegato alla tragica morte di una ragazza: si sarebbe uccisa, gettandosi nel lago, per una drammatica e fatale delusione d’amore. La leggenda è nota, un cult sul Sebino e nei dintorni, in Valcamonica e in gran parte della provincia di Brescia. La ricorda anche il Comune di Iseo: il mito narra la storia di una giovane di Montisola, promessa sposa di un nobile della Franciacorta. La giovane non ne voleva proprio sapere di sposare il signorotto…

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