Luca Mariani
«Il mio obiettivo è sempre stato quello di imparare cose.» Il mantra di Davide Pilotto è chiaro. Proprio grazie a questa sua impostazione mentale, ad inizio luglio Davide è riuscito a raggiungere il diploma di maturità: «Sono felicissimo. È una bella soddisfazione. Due anni fa non me lo sarei mai aspettato.» Iscritto all’istituto alberghiero di Nembro al corso serale, il classe 1993 originario di Cene si è diplomato con il massimo dei voti: 100. «Uscire con un determinato punteggio non è mai stata una mia priorità. L’ultimo anno mi aspettavo di finire in bellezza. Però non avevo mai ragionato sul voto finale. Solo dopo i calcoli dei crediti pregressi ho capito che potevo ambire al top.»
Davide è sollevato. Si gode una settimana di vacanza dopo lo sforzo profuso nelle tre prove di maturità e guarda al suo passato con grande serenità. Guarda al lontano 2011, quando non ancora maggiorenne aveva lasciato gli studi: «Ho fatto fino alla seconda superiore all’Itis di Gazzaniga. Ho mollato perché non avevo voglia di studiare. Pensavo solo a divertirmi. Così sono andato a lavorare, come in tanti della mia generazione. Noi che siamo cresciuti sentendoci ripetere che se non avevamo voglia di studiare dovevamo andare a lavorare.»
Da quel momento inizia un decennio denso e turbolento per Davide. Tanti lavori, tante esperienze diverse e un pensiero crescente di tornare a studiare che si gonfia sempre più mentre il ragazzo di Cene scivola da un mestiere all’altro. «I primi sei anni ho lavorato al Migros di Ponte Nossa. Mi sono licenziato perché volevo imparare a fare altri lavori. Così ho fatto il panettiere per tre anni, in un piccolo fornaio a Fiorano, a gestione famigliare. Purtroppo poi non riuscivano più a pagarmi. Così sono restato disoccupato. Perciò in quel periodo di transizione ho deciso di fare il cammino di Santiago. Quando sono tornato mi hanno offerto un lavoro a Palma di Maiorca. L’ho accettato. Sono andato lì a fare il panettiere. I ritmi di lavoro, però, erano esagerati. Lavoravo tredici ore al giorno. Praticamente lavoravo e dormivo e basta. Allora sono tornato in Italia. Sono andato in val Camonica a fare il pastore per una stagione. Poi sono andato al Kosmark a Parre a fare il macellaio. A marzo 2020, cinque giorni prima che iniziasse il covid ho accettato di andare al Migros di Casazza a fare il caporeparto.»
Proprio dopo la pandemia il cenese tuttofare si convince che è arrivato il momento giusto per tornare tra i banchi di scuola: «Però al lavoro mi facevano storie perché ero il responsabile, perciò ho rinunciato.» Alla base di questa volontà di dare una svolta alla propria esistenza cova un malessere e un’insoddisfazione che erodono il sorriso sincero di Davide: «Ero abbastanza infelice al lavoro, anche se stavo facendo una mini carriera nel settore gastronomico della grande distribuzione. Pensavo che non avevo voglia di fare quel lavoro monotono e ripetitivo per tutta la vita, pur avendo soddisfazioni dal punto di vista economico. Avevo voglia di darmi da fare per imparare. Mi sono sempre messo in gioco con il lavoro, però volevo rimettermi a lavorare un po’ dal punto di vista mentale e tornare a imparare cose.»
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