È l’ultima estate da sindaco (almeno per questo mandato) per Simona Gregis, eletta nel maggio del 2019. Quattro anni con la fascia tricolore cucita sul cuore, dopo averne vissuti 15 da assessore ai Servizi Sociali e una passione per la politica e l’amministrazione che arriva da lontano e “che ho ereditato da mia mamma, anche lei è stata assessore ai Servizi Sociali una trentina di anni fa”, ci racconta. Ultima estate da sindaco, dicevamo.
Un mandato… intenso: “Ero cosciente non fosse una passeggiata o un qualcosa da vivere alla leggera, ma non me lo aspettavo di certo così. Prima la meningite e poi il Covid… ci hanno messo a dura prova dal punto di vista emotivo e per un sindaco che deve tutelare la sicurezza dei cittadini non è una cosa da poco. Devo dire grazie al gruppo, ai miei colleghi, che sono soprattutto amici, per la dedizione e la passione che ci hanno messo e che ci ha fatto superare questo momento. Ora mi sembra di poter dire che siamo riusciti ad ottenere quello che ci eravamo prospettati. Mi piace parlare al plurale, perché è vero che sono il sindaco ma faccio parte di un gruppo e ritengo che la collaborazione sia fondamentale per riuscire ad andare avanti”.
Che sindaco sei? “Penso di essere sempre stata un sindaco disponibile, sono sempre in comune, anche sabato e domenica… perché sei sindaco 365 giorni l’anno. Sono sindaco in Municipio e anche al telefono, chiedo sempre ai cittadini un incontro e un confronto personale piuttosto che tramite chiamata o via mail. Sono un sindaco che si è dedicato in tutto e per tutto, che si è sacrificato, che ha rinunciato a tante cose. La passione, l’affetto e il rispetto verso i propri cittadini mi hanno permesso di andare avanti nonostante tutto. Sono una persona, più che sindaco, empatica, forse anche troppo e questo a volte mi ha messo in difficoltà. I buoni propositi che ho sempre avuto però non vanno confusi con l’ingenuità. Avrei voluto fare di più ma le circostanze non me lo hanno permesso ma non mi hanno nemmeno fermato”.
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