ATALANTA – DIARIO DI BORDO – Daniele Belotti racconta la festa dei 50 anni del “Bocia” che fa il “cozzaro” sul Caligo Guercio a Senigallia

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Daniele Belotti

Ammetto che non ero mai stato al compleanno di un esiliato. Per carità, non è un soggiorno obbligato di mafiosa memoria, ma di fatto è una costrizione a cui Claudio Galimberti, il Bocia, si è dovuto piegare per rifarsi una vita che a Bergamo, nella sua città, gli era ormai preclusa per un accanimento giudiziario-mediatico senza eguali.

Il Bocia il 16 agosto ha compiuto 50 anni, una vita dedicata all’Atalanta e alla Curva Nord, festeggiato, appunto, da un centinaio di amici che si sono ritrovati a Marotta, località balneare in provincia di Pesaro, dove il leader degli ultrà nerazzurri vive da cinque anni. Per una sera il Bocia party al Ciko Beach ha surclassato le feste vip del Twiga a Forte dei Marmi e la grigliata di costine e spiedini ha arrostito le aragoste del Billionaire di Flavio Briatore.

Cori da stadio, torce, fuochi d’artificio, musica, il tutto tra striscioni e bandiere nerazzurre in un’atmosfera di vera amicizia, tanto che pur di fargli gli auguri sono tanti quelli che si sono fatti, come per una trasferta della Dea, ore e ore di viaggio con partenza all’ora di pranzo e rientro all’alba.

Una festa piena d’affetto per un amico che ha sbagliato, è vero, ma che sta pagando oltre ogni limite. L’ultima partita allo stadio l’ha vista quando sulla panchina dell’Atalanta c’era ancora Antonio Conte: stiamo parlando del 2009. Da lì in poi diffide a raffica e processi in serie per violazione del daspo, per altro vinti, ma ogni volta i tempi si allungano. Ne manca ancora uno di ostacolo: una diffida di otto anni presa nel 2021 per aver osato salutare il pullman della Ternana (squadra gemellata con la tifoseria atalantina) nei pressi dello stadio di Terni prima della partita con il Bari decisiva per la promozione dei rossoverdi in serie B. Otto anni per il saluto a dei giocatori! Peccato che venga contestata la violazione di un vecchio daspo che però era stato annullato dal Tar. Insomma, un gran casino, ma resta il fatto che è esageratamente sproporzionato rifilare otto anni di divieti a una persona per aver partecipato al saluto a una squadra.

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