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    (p.b.) “Al mio caro papà”. Mattia ha lavorato, come tutta la classe, per preparare il biglietto di auguri per la festa del 19 marzo, che era festiva fino ai primi anni settanta, quando Paolo VI eliminò, su sollecitazione governativa, ben sette festività

    tra cui quella appunto di S. Giuseppe, ma anche quella di S. Pietro del 29 giugno e poi i due giovedì del Corpus Domini e dell’Ascensione, la mezza festività dell11 febbraio e poi perfino l’Epifania (in seguito ripristinata). Fatto sta che Mattia ha scritto una poesia. La maestra ha fatto scrivere una poesia dedicata al papà e poi ha invitato i bambini a scriverne una su quella traccia. Ecco quella di Mattia: “Il papà / non è solo / l’amico che mi segue / ovunque io vada; / non è soltanto / la roccia, / su cui mi arrampico / come una montagna; / non è soltanto / chi mi ascolta / in ogni momento. / Il papà / è la mano sicura / che mi conduce oltre l’universo”.

    Ha fatto un bellissimo disegno di una margherita con i colori dell’arcobaleno. Non mi resta che cercare il modo di trovare la strada per andare “oltre l’universo”. 

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