“Sara aveva la luce negli occhi, ha combattuto come una leonessa fino all’ultimo battito del suo cuore”, racconta Francesco con un nodo in gola. Sara Viscardi aveva 39 anni e un sogno, quello di sposare il suo Fra, “solo quando era arrabbiata con me mi chiamava Francesco, per esempio quando siamo scesi in Sicilia prima del matrimonio e ho dimenticato di mettere in valigia i suoi trucchi”. Per quel ‘sì’ non c’è stato il tempo, la malattia, un tumore aggressivo scoperto qualche mese fa se l’è portata via. È una domenica mattina vuota di fronte all’infinito del Lago d’Iseo, un sole timido illumina i ricordi di una vita strappata troppo presto. Francesco prova a fare ordine tra i pezzi di un puzzle che oggi è difficile da ricomporre. La loro storia d’amore è iniziata a Milano, dove la vita li aveva portati per lavoro, lei dalla bergamasca, lui dalla lontana Sicilia. Un punto d’incontro dove mettere le basi di un amore solido. Un incrocio di sguardi, un caffè al volo e poi lunghe chiacchierate, un progetto di vita che hanno stravolto ma sempre insieme “e lo rifarei, perché è stato naturale, perché sono certo che al contrario lei non mi avrebbe lasciato da solo”. Francesco riavvolge il nastro, torna al 2017: “Una ragazza siciliana come me che lavorava nel centro commerciale mi ha detto di questa bella ragazza… passavo davanti alla vetrina poi un giorno ho preso coraggio, sono entrato e le ho chiesto di bere un caffè… è iniziato tutto così. Ma sai cosa mi ha conquistato? Una sera a cena, lei aveva ordinato il polpo alla luciana, mi ha chiesto il pane per fare la scarpetta… ecco, quella sua naturalezza e semplicità mi hanno colpito fin da subito. E poi aveva sempre il sorriso, nonostante la stanchezza e i problemi di salute che la accompagnavano da tempo. Non mollava mai, era una persona buona, gentile, non sapeva cosa fosse la cattiveria”.
È difficile guardare avanti, ora che il tempo sembra essersi fermato: “Mi manca qualsiasi cosa di lei, i gesti più semplici che riempivano le nostre giornate, il bacio della buonanotte, il caffè al mattino con una sigaretta, la nostra passeggiata con i cani o semplicemente accompagnarla a letto e guardarla mentre dorme”.
La salute ha sempre giocato brutti scherzi a Sara, che desiderava tanto diventare mamma: “Purtroppo non è stato possibile, è stato difficile, ma abbiamo cercato di affrontarlo insieme… se l’abbiamo mai superato non lo so”.
A raccontare la storia di Sara e Francesco partiamo dalla fine, da quel sogno spezzato. “Volevamo sposarci, io non volevo più dire che era la mia compagna, volevo fosse mia moglie. L’anno scorso le ho chiesto di sposarci quando era ricoverata in ospedale, pochi giorni dopo il suo compleanno, il 19 gennaio, aveva avuto il Covid e le sue condizioni di salute l’avevano costretta al ricovero poche settimane dopo”.
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