SCANZOROSCIATE – Daniela: “Quando mi hanno diagnosticato il tumore, ero talmente sconvolta che ho lasciato l’auto al parcheggio dell’ospedale di Seriate e sono tornata a casa a Scanzorosciate a piedi…”

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Luca Mariani

«La prima diagnosi è stata terribile.» Sono passati ormai quattro anni da quel pomeriggio di fine ottobre, ma Daniela Siccardi non riesce a dimenticare il momento traumatico che le ha scombussolato la vita: «Davanti al medico che mi ha comunicato che ero affetta da melanoma sono rimasta muta come un pesce. Tanto ero sconvolta, ho addirittura lasciato l’auto al parcheggio dell’ospedale di Seriate e sono venuta a casa a Scanzorosciate a piedi. Io ero andata in ospedale da sola perché mi avevano chiamata per andare a ritirare gli esiti dell’esame istologico e non avevo pensato minimamente al fatto che potessi essere malata. Pensavo fosse questa la prassi. Invece mi è arrivata una batosta che mi ha stramazzata. Ricordo bene: era la notte di halloween. C’erano in giro tutti i bambini che cercavano le caramelle. Io mi sentivo come un robot che doveva andare a casa.»

Da questa nefasta notizia dell’autunno 2019 la sarta di Scanzo entra in un imbuto di sfortune e peripezie. Quattro mesi più tardi, durante una PET di controllo le viene individuato un carcinoma al seno. «Anche questa volta non avevo parole. Ero rassegnata. Pensavo che non fosse possibile una cosa del genere.» Però questa desolazione iniziale lascia subito il posto alla determinazione che caratterizza Daniela: «Ti dici ormai è successo. Sono già nel turbine. Andiamo avanti.»

Il mantra della cinquantottenne di Scanzo è «non bisogna mollare mai.» A darle la forza per perseguirlo sempre c’è il legame con i due figli Giordano che vive ancora con lei e Alice che le ha regalato tre nipoti. Proprio la vitalità che sprigionano Andrea, Aurora e Leonardo è la linfa che non permette a Daniela di scoraggiarsi: «Nonostante sia giovane sono nonna. Anche se sto male con i problemi alle ossa che ho, io tutte le mattine mi alzo perché voglio andare a vedere i miei nipoti che vanno a scuola e all’asilo. Li accompagno e li vado a prendere. Sono queste le cose belle della vita che mi fanno andare avanti. I nipoti e i figli sono la ragione della mia vita. Mi chiedo perché dovrei perdermi questi bei momenti per una cosa che so che sarà di transito. Una malattia, pur grave che sia, oggi ci sono i mezzi per curarla.»

Dopo quattro anni di cure, paura e chemio Daniela sta bene: «L’oncologa mi ha detto che entrambe le malattie sono ferme. Speriamo vada sempre così. Adesso sono solo in terapia del dolore per risolvere il male alle ossa che mi hanno lasciato le varie cure che ho fatto. Le ossa si sono debilitate perciò antidolorifici a gogo e tanto movimento, sperando che con il tempo possano migliorare.»

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