COSTA VOLPINO – Francesco Rinaldi e la sua forneria, dal 1908 nel solco di una passione di famiglia: “Produciamo 10.000 panettoni, tutti artigianali”, 48 ore per ognuno e quel panettone col cioccolato rosa per la figlia Aurora

879

L’anno di fondazione della Forneria Rinaldi campeggia lì all’entrata: 1908, più di un secolo, e quando abbassi lo sguardo ti trovi di fronte una vetrina che ti fa venire l’acquolina in bocca. Siamo a Costa Volpino, nel cuore del paese, subito dopo il Cinema Iride, scendendo lungo la strada. Qui sette persone si danno da fare tutti i giorni per sfornare pane, biscotti, dolci e in questo periodo panettoni. E i numeri sono davvero impressionanti, 10.000 panettoni in poco più di due mesi, numeri incredibili per Francesco Rinaldi e il suo gruppo. Ma andiamo con ordine: “La forneria era nata a Lovere – racconta Bruna, la mamma di Francesconel centro storico, la mamma di mio marito Tino era lì, poi uno dei fratelli si è trasferito nella zona del castello di Brescia, dove ha aperto una forneria, la nonna Antonietta a Volpino e mio zio Battista a Lovere. Tutti fornai”. Una tradizione di famiglia e di qualità: “Siamo sati a Volpino sino al 1985, poi siamo venuti qui”. E da lì la forneria Rinaldi è una garanzia di qualità. Bruna e Tino, sempre insieme, moglie e marito a creare bontà e sapori, e ora prosegue il figlio Francesco e fino a qualche tempo fa c’era anche Ave, l’altra figlia, che ora fa la mamma. Francesco ha lo stesso entusiasmo dei genitori, 42 anni, una passione infinita per il suo lavoro: “Ho fatto un’esperienza di cuoco all’estero e poi sono venuto qui”. Quando parla del suo lavoro Francesco si illumina: “Vengo qui alle due di notte e comincio a fare il pane, a preparare i sacchetti, a produrre, inforniamo due volte e cuociamo, al mattino presto prepariamo i sacchetti, sistemiamo i biscotti, le crostate, ogni cosa che prepariamo di notte, tutte fatte da no”. Papà Tino ti da ancora una mano? (Tino sta per Battista Rinaldi ma tutti lo chiamano Tino ndr): “Sì, è andato in pensione da poco ma mi da sempre una mano, io sono sempre qui e qui siamo aperti dal lunedì al sabato, la domenica siamo chiusi. A che ora vado a dormire? Beh, 21.30-22.00”.

SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 1° DICEMBRE

pubblicità