Ogni tanto mi chiedo come sarebbe la vita
se ti potessi abbracciare.
e intanto sto qui a limare l’impazienza
mentre nel buio di fine inverno
e dentro la mia pelle
si ripete l’amoroso crimine
della tua assenza.
Sei divenuta pian piano parola,
fili di anima nel vento,
pietra che disegna anelli nell’acqua,
stella dentro il mio ginocchio,
cielo dentro la mia spalla,
io dentro il mio io.
Sei così presente nei miei pensieri che a volte riesco anche a toccarti.
Sei quella che dorme in fondo
alle primavere
sotto le foglie mai spente del sogno.
Ti indovinavo già da tempo,
nella freschezza di una passeggiata
nell’aria buona dei grandi libri
o nella debolezza di un silenzio.
Eri e sei la speranza delle grandi cose.
Eri e sei la bellezza di ogni giorno.
Eri e sei la vita stessa.
Mi toglievi la moderazione,
che è peggio della morte.
Mi davi la febbre,
che è la vera salute”
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