SOVERE – Claudia: “Le botte, i carabinieri e il naso rotto davanti ai miei figli. Ci metto la faccia perché noi donne non dobbiamo avere paura”

2575

Claudia arriva in redazione nel pomeriggio del primo gennaio, col suo pulmino da più posti, perché quando si hanno 4 figli i posti non sembrano bastare mai. Il naso dolorante, sotto l’occhio sinistro un rigonfiamento, i capelli lunghi le incorniciano un viso ancora provato da quella serata del 29 dicembre. Toglie il giubbotto nero, si siede e mentre mescola il caffè della macchinetta prova a rimettere in fila i ricordi. Nitidi più che mai. Gli insulti, le botte, la chiamata ai Carabinieri, un sospiro di sollievo. “Io avevo lavorato fino a metà pomeriggio e quando sono rientrata a casa, le mie due figlie più grandi mi hanno detto di andare a riposare che avrebbero portato loro i due più piccoli al parco giochi. Nemmeno il tempo di sdraiarmi e suona il telefono, Manuela mi chiama per dirmi di scendere subito a prendere L. perché non stava bene, era per terra in strada, vomitava… aveva bevuto, lo faceva spesso. Sono scesa a piedi perché il furgone l’aveva lui, l’ho caricato e l’ho riportato a casa. I bambini continuavano a chiederli, ma li ho tranquillizzati dicendo che aveva mangiato qualcosa che gli aveva fatto male e siamo rientrati. Dopo che aveva avuto una brutta lite con mia figlia e io mi ero messa in mezzo, ci eravamo separati, anche se non legalmente, e quindi l’ho accompagnato nell’appartamento sotto al mio e poi sono salita”.

SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 GENNAIO

pubblicità