“Si chiama ‘anemia di Fanconi’ ed è una malattia molto rara che interessa il midollo osseo e di conseguenza il sangue, insomma una specie di leucemia che può causare vari disturbi, di diversa gravità. La forma che ha colpito me e mio fratello Warner, per fortuna, non ci ha provocato malformazioni fin dalla nascita, come spesso purtroppo succede, ma ci obbliga a frequenti controlli perché va tenuta sempre sotto osservazione, e infatti noi veniamo seguiti fin dalla nascita dai medici dell’ospedale ‘Gaslini’ di Genova che è specializzato in questo tipo di patologia. Entrambi abbiamo fatto il trapianto di midollo, me l’ha donato la mia mamma e ne ha parlato anche il vostro giornale (cfr Araberara del marzo scorso); ma stavolta voglio denunciare il caso di mio fratello: vi ho chiamati per raccontare la sua vicenda che però coinvolge tutti i ragazzi disabili come noi”.
Nancy Ghislanzoni, 30 anni, è un’invalida civile, come suo fratello Warner il quale, pur essendo in possesso di una laurea in lingue straniere – precisamente inglese, francese e giapponese – , pur dotato di un fisico forte ed indenne da difficoltà motorie, e pur essendo disposto a svolgere qualsiasi lavoro, un lavoro proprio non lo trova:
“Tutti i giorni lo accompagno in giro a cercarlo, ma niente. Magari gli dicono che lo chiameranno, ma poi non succede mai. Oppure gli dicono che il suo profilo è ‘troppo alto’, che è troppo ‘preparato’ insomma, per il posto che avrebbero a disposizione…Oppure, ancora, gli consigliano di fare una partita IVA, ma se la facesse non avrebbe più alcun diritto come disabile.
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