“E’ una situazione incresciosa, in paese si è creata una tensione incredibile tra le due fazioni, si è arrivati persino agli insulti… Sa, quando c’è dell’astio verso chi la pensa in modo diverso, non si riesce più ad incontrarsi, a discutere, a mediare come si dovrebbe fare tra persone civili.
Colpa di chi ha condotto male tutta questa faccenda, certo; ma secondo me è la legge che è fatta male, e perciò nelle sue maglie ognuno può leggere quello che vuole e comportarsi di conseguenza”.
La giovane signora che così sintetizza l’atmosfera che regna a Valgoglio in questo periodo di “guerra dell’acqua” parla con pacatezza, ma perde subito la calma quando le chiediamo di dirci il suo nome e di lasciarsi fare una foto. Un clima nervoso – e anche un tantino omertoso – che evidentemente ha contagiato tutti, perché solo una delle persone con cui abbiamo parlato si è presentata con nome e cognome.
Il perché di questa riluttanza ce lo spiega una signora sulla settantina che torna dalla spesa quotidiana: “E’ difficile metterci la faccia, sa com’è nei paesi piccoli, questa storia dell’acqua ha portato divisione anche nelle famiglie… Io stessa ho un parente che sta col sindaco, e allora per non litigare non ci parliamo più, ma è brutto quando succede questo in una famiglia che è sempre andata d’amore e d’accordo, no?”.
“A me risulta comunque che adesso il sindaco stia cercando il modo di non entrare in Uniacque, come hanno fatto, mi pare, anche in Piemonte – aggiunge un’altra signora – però è vero che siamo arrivati ad un punto che non si riesce più discuterne con calma. E’ chiaro che la popolazione non è contenta, l’acqua è l’unica risorsa che abbiamo, però è anche vero che continuando a litigare rischiamo di fregarci con le nostre stesse mani”….
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