IL LIBRO – NELL’ANNO DEL SUO CENTESIMO COMPLEANNO – Mons. Bonicelli si racconta

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Il 7 giugno è stato presentato a Bergamo, nella sede provinciale degli Alpini, il volume “Quel tredici dicembre – Gaetano Bonicelli si racconta” (pagg. 144, euro 15).

“Don Tano” fa parte del “club” esclusivo dei vescovi – meno di una decina – più longevi di tutto il mondo che quest’anno vedono il loro centesimo compleanno. In questo libro si racconta con la parola (più di cinque ore di interviste) e le immagini che fanno da supporto.

Il titolo prende spunto dal giorno della sua nascita nel 1924 – “portato da S. Lucia”, come ricordava sempre sua madre – ed esce proprio nell’anno del centenario dell’arcivescovo bergamasco, a cura del giornalista (e cugino) Piero Bonicelli, direttore di Araberara. Alla presentazione erano presenti Mons. Carlo Mazza, vescovo emerito di Fidenza, e il saggista Marco Roncalli, autore di diverse opere di storia. Ma in sala c’era anche l’altro arcivescovo vilminorese, Mons. Francesco Panfilo.

Ordinato sacerdote nel 1948, per volere di Paolo VI vescovo nel 1975 alla guida della diocesi di Albano (dal 1977 al 1981 dopo esserne stato ausiliare), poi su designazione di Giovanni Paolo II ordinario militare per l’Italia (1981-1989) e infine arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino (1989-2001), ”Don Tano” – come lo chiamano i suoi compaesani di Vilminore ma anche i tavernolesi che lo hanno visto crescere – è indubbiamente uno degli ultimi testimoni delle grandi transizioni del Novecento nella società e nella Chiesa, capace di analisi lucide che continuano a guardare al futuro.

“Questo libro non è una celebrazione e nemmeno una biografia scontata. Trovate episodi e perfino retroscena curiosi e inediti. Ed è anche un ripasso di storia, raccontato da uno che quella storia l’ha vissuta accanto ai grandi Papi e ai grandi personaggi, anche laici, che hanno lasciato un segno nelle vicende del mondo, non solo italiano, visto che Don Tano ha viaggiato e seguito i problemi degli emigranti nel mondo, le vicende del lavoro con le Acli e quelle della comunicazione…”. Così scrive il curatore Piero Bonicelli che ha raccolto i ricordi intrecciati in queste pagine accompagnati da immagini significative scelte fra le molte possibili e dove “Don Tano” è ritratto con pontefici, capi di Stato, politici, porporati e gli amici di sempre.

“In una sorta di trionfo della memoria le sequenze, nei loro tratti essenziali, arrivano da lontano per poi fermarsi ai nostri giorni. Dalla prima metà del secolo scorso, fra squarci che si aprono sul paese di Vilminore, la prima finestra sul mondo; poi sui seminari di Clusone e Bergamo, negli anni degli studi con esami finali nel Regio Liceo Paolo Sarpi; quindi sulla parrocchia di Almenno San Salvatore, dopo l’ordinazione sacerdotale. Dalla seconda metà del ‘900, invece, testi e fotografie ci riconsegnano tappe di un cammino consumato da Milano – all’ateneo fondato da padre Gemelli, l’Università Cattolica – sino a Parigi, alla prestigiosa Sorbona. Poi i quadri successivi ci riportano il rientro in Italia e la chiamata a Roma: leggansi dunque i diversi ruoli fra Acli e Ucei e Cei, la direzione dell’Ufficio nazionale per le migrazioni italiane e quello delle Comunicazioni sociali. Quindi riconfigurano le successive tappe dopo l’ordinazione episcopale …”, osserva nella prefazione Marco Roncalli evidenziando il ruolo dei primi educatori e formatori nella vocazione di “Don Tano”, sacerdote e vescovo, ma pure giornalista, comunicatore, discreto amico di missionari sparsi nel mondo.

Un libro che ripercorrendo l’avventura umana e spirituale di un protagonista dell’episcopato italiano, tratteggia un modello di servizio, anche se il diretto interessato quasi si schermisce e afferma: “Non so se potranno interessare a qualcuno queste pagine, ma voglio rifletterci io per lodare Dio e chiedere venia”.

Il volume può essere richiesto direttamente anche alla sede di Araberara (0346 25949).

ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 GIUGNO

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