“I colori dell’aria 10”: quattro saxofoni protagonisti del secondo appuntamento della rassegna “Stil Novo – I concerti di Sant’Anna”

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Dopo aver dato agio al numeroso pubblico intervenuto venerdì scorso al recital della giovane e talentuosa Francesca Ajossa di apprezzare, anche sotto una luce più attuale e meno monocorde, le spiccate sonorità dell’organo costruito dai fratelli Serassi nel 1857, la nuova rassegna “Stil Novo” – ideata e diretta da Alessandro Bottelli e realizzata grazie alla disponibilità del parroco della Chiesa parrocchiale di S. Anna in Borgo Palazzo, don Angelo Domenghini – cambia decisamente registro e propone, per il secondo appuntamento, un concerto per quartetto di saxofoni. Giovedì 25 luglio (sempre alle ore 20.45) si esibiranno infatti gli apprezzati componenti del Vagues Saxophone Quartet (Andrea Mocci sax soprano, Francesco Ronzio sax contralto, Mattia Quirico sax tenore, Salvatore Castellano sax baritono), una formazione già coronata da numerosi riconoscimenti (premio speciale del Concorso Internazionale “Luigi Nono” nel 2016, primo premio assoluto al Concorso Internazionale per concertisti “Cosima Wagner” di Bellagio e al Concorso Internazionale per solisti e gruppi cameristici “C. M. Giulini” di Bolzano nel 2022), da presenze a rassegne e festival di rilievo (Milano Musica, Società del Quartetto e Festival 5 Giornate di Milano) e dalla pubblicazione del primo disco per l’etichetta Da Vinci. L’ensemble, che si caratterizza per una vivace e fattiva partecipazione alla creazione di nuove partiture, lavora spesso a stretto contatto con i compositori. Per l’occasione, porteranno in S. Anna il decimo tassello de “I colori dell’aria”, un progetto diffuso e di ampio respiro nato nel 2022 grazie all’intuizione di Bottelli per valorizzare, attraverso l’esecuzione di brani musicali appositamente commissionati a compositori italiani, opere d’arte meno conosciute disseminate in terra orobica. In tal modo si intende dare al pubblico la possibilità di apprezzare da una prospettiva completamente diversa – quella del linguaggio dei suoni – opere perlopiù di notevole fattura e pregio iconografico, spesso di autori anonimi e, nella maggior parte dei casi, relegate ai margini dei grandi flussi turistici. Giunto al suo decimo appuntamento – dopo i sorprendenti e lusinghieri riscontri ottenuti a Tavernola Bergamasca (chiesa di San Pietro), Santa Croce di San Pellegrino Terme, Bergamo (chiesa di San Nicolò ai Celestini), Lallio (chiesa quattrocentesca di San Bernardino), Stezzano (chiesa parrocchiale), Castione della Presolana (chiesa parrocchiale), Paladina (chiesa parrocchiale), Caravaggio (chiesa di San Bernardino), Comun Nuovo (chiesa parrocchiale) – il format approda anche nell’ampia e accogliente Chiesa parrocchiale di S. Anna in città, in occasione delle annuali feste patronali. Pezzo forte della serata sarà la partitura scritta ex-novo dal bergamasco Davide Mutti (organista, direttore di coro e compositore più volte premiato in concorsi nazionali e internazionali, è autore di un ampio corpus di opere che comprende musica per strumento solista, cameristica, lirica, sinfonica e sacra) e modellata su un dipinto ottocentesco di Giovanni Battista Epis (1829-1880, pittore nato a Gavarno (Bg) e uscito brillantemente, come il fratello gemello Giuseppe, dalla scuola di pittura dell’Accademia Carrara), che ritrae S. Anna mentre insegna a leggere alla figlia Maria, oggi custodito nella sacrestia della stessa Parrocchiale. Scrive Mutti nelle note di presentazione al brano: «Ave Mater Matris Dei trae il suo titolo da una strofetta medioevale in onore di sant’Anna, più volte musicata da vari polifonisti rinascimentali. La solenne, manierata staticità del dipinto di Giovanni Battista Epis trova eco in una musica dall’andamento tendenzialmente placido, eppure non privo di inquietudini cromatiche a riflettere le ampie zone d’ombra che caratterizzano la tela, mentre l’oggetto del quadro (ovvero l’istruzione di Maria) si palesa nella struttura stessa del pezzo, che è dialogica – cioè prevalentemente contrappuntistica, con periodi di domanda e risposta – come si addice ad una lezione. I soggetti dell’opera di Epis (sant’Anna e una giovanissima Maria) sono invece rappresentati dai due intervalli che soli – pur declinati e sviluppati nelle più varie maniere – forniscono il materiale melodico-armonico dell’intera composizione, ovvero un tritono (Do-Fa#) e una seconda maggiore (Re-Mi): l’intervallo più ampio racchiude perfettamente in sé il minore, a simboleggiare sant’Anna che porta in grembo la Madonna. Dall’alto, un angioletto sornionamente assorto veglia sulla scena, non mancando di far sentire qua e là il battito delle sue ali». Altro momento clou del concerto, sarà la ripresa del poema sinfonico La notte di San Giovanni sul Monte Calvo di Modest Musorgskij nell’originale arrangiamento-riduzione realizzato sempre da Mutti, che così ne racconta la genesi piuttosto travagliata: «Al 1867 risale la prima stesura di questo componimento da parte del compositore che – mai eseguito fino al 1968, quando ne venne ritrovata la partitura originale – fu poi dall’autore stesso riutilizzato in più circostanze, ogni volta con notevoli modifiche. Il brano è però divenuto celebre nella lussureggiante versione del 1886 di Nikolaj Rimskij-Korsakov, il quale orchestrò la terza redazione musorgskijana apportandovi diverse e sostanziali alterazioni tra cui l’aggiunta di un finale composto ex novo, e successivamente per aver avuto una trasposizione sul grande schermo nel film d’animazione Fantasia di Walt Disney. E proprio partendo dal rifacimento compiuto da Rimskij-Korsakov ho realizzato la mia versione-trascrizione per quattro sassofoni. Alle infinite potenzialità dell’orchestra sinfonica, con la sua sovrabbondante ricchezza di timbri, si contrappone qui l’essenzialità di un quartetto sulla cui omogeneità timbrica andava ricalibrato l’intero lavoro. Si è resa pertanto imprescindibile la sfrondatura di tutti i passi meramente coloristici – e in un caso la sostituzione di un intero episodio con uno di nuova composizione – e di quelle prolissità non più necessarie nel nuovo contesto. Il risultato è una partitura più asciutta ed immediata in cui risaltano tutti gli elementi essenziali dello sfaccettato poema musorgskijano, che è raffigurazione – in ultima analisi – della serena vittoria del bene sul male». L’impaginato del programma prevede, in apertura, il frizzante Rossini… per Quattro, un elettrizzante pot-pourri di celebri temi del genio pesarese – dall’ouverture del Barbiere di Siviglia a quella della Gazza ladra, dalla Semiramide fino all’Italiana in Algeri – nell’arrangiamento del sassofonista Gaetano Di Bacco. A seguire, la Milonga del Ángel di Astor Piazzolla, composta nel 1962 insieme agli altri due tasselli incentrati sul tema dell’angelo: Introducción al Ángel e Muerte del Ángel (anch’esso incluso in scaletta). Il progetto sarà poi completato, nel 1965, da un quarto brano: Resurrección del Ángel. La milonga, che in spagnolo significa “racconto” o “pettegolezzo”, è un genere musicale caratterizzato da un tempo sincopato in due quarti, sviluppatosi intorno al 1870 tra Argentina e Uruguay. Dell’iberico Manuel de Falla, musicista attento all’uso del folklore nazionale in funzione tutta novecentesca, sarà proposta, nella versione per quartetto di saxofoni realizzata da Roberto Armocida, la Danza spagnola n. 1, tratta dall’opera in due atti La vida breve, eseguita per la prima volta a Nizza nel 1913. I Tre Preludi dell’americano George Gershwin, compositore che incarna il connubio ideale, l’anello di congiunzione tra la musica “colta” europea e la nuova cultura jazzistica afroamericana, sono gli unici che l’autore scrisse per pianoforte solo. Il progetto iniziale era di creare una raccolta di 24 preludi, richiamando così i 24 Preludi e Fughe del Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach, dal titolo Melting pot. L’opera non fu mai portata a compimento e dopo varie riduzioni si arrivò alla forma definitiva che ancor oggi conosciamo, composta da soli tre brani. Preceduta dal Preludio in do maggiore BWV 846 di Bach (lo stesso che fu usato da Gounod come base per la sua celebre Ave Maria) nella ri-creativa elaborazione di Alberto Di Priolo, l’ensemble si farà interprete dell’Ave Maria di Piazzolla. Scritta nel 1984, originariamente per oboe e pianoforte, e con il titolo “Tanti Anni Prima”, era il tema di Matilde nel film Enrico IV di Marco Bellocchio, tratto dall’omonimo dramma di Luigi Pirandello. Qui Matilde era impersonata da Claudia Cardinale, co-protagonista della pellicola insieme a Marcello Mastroianni. Poco prima di morire, con la raccomandazione di eseguirla al momento giusto, Piazzolla donò questo brano alla cantante Milva, sua amica dal 1981, che l’ha proposta successivamente al pubblico mondiale nell’ambito del Grande Giubileo del 2000. Dopo la scoppiettante Ouverture di Candide, operetta comica in due atti firmata da Leonard Bernstein nel 1956 e basata sull’omonima novella filosofica di Voltaire, il concerto si conclude con l’incalzante Songs for Tony di Michael Nyman, vero e proprio epitaffio in suoni scritto in memoria dell’amico e manager Tony Simmons, che grazie all’incessante movimento ritmico abbandona qualsiasi atmosfera prevedibilmente funebre per lasciare spazio, senza possibilità di errore, a una luminosa speranza innestata nel perpetuo circolo delle trasformazioni.

La manifestazione, promossa dalla Parrocchia di Sant’Anna in Borgo Palazzo, è realizzata grazie al prezioso sostegno della Fondazione Banca Popolare di Bergamo, della ditta Agnelli, di Eliorobica come sponsor tecnico e si avvale della media partner di Famiglia Cristiana, Avvenire, BergamoNews, araberara e Seilatv.

Ingresso libero. Eventuali offerte saranno devolute per i lavori di sistemazione dell’oratorio. Per info: 388 58 63 106

 

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