Finge il suicidio per non farsi lasciare dalla fidanzata. E’ quello che hanno scoperto i Carabinieri della Compagnia di Clusone nella mattina di domenica 11 agosto quando sono intervenuti a Sovere in seguito ad una chiamata al 112 da parte di una ragazza che attraverso una videochiamata con il suo ex fidanzato, ha segnalato all’operatore della centrale operativa di Clusone intenti suicidari da parte del ragazzo.
I carabinieri sono entrati nell’appartamento, aperto poco prima dalla ragazza e hanno verificato che il ragazzo ventenne residente nella provincia, era stato già preso in carico dai sanitari per gli accertamenti del caso.
Ai carabinieri non è subito apparso chiaro il movente del tentativo di suicidarsi e da un confronto con i sanitari e dalla ricostruzione dei fatti, si è capito che il tutto era stato inscenato in una stanza adibita a palestra all’interno dell’appartamento, mediante strangolamento con un cordino da montagna collegato ad una sbarra per trazioni, a circa due metri da terra.
L’ispezione dei luoghi ha consentito di ritrovare il cordino sciolto, senza alcun nodo applicato così come sul collo del ragazzo non vi erano segni chiari dell’applicazione della corda e non c’erano abrasioni o escoriazioni e, viste le circostanze, sarebbe stato comunque vano il gesto. Inoltre, non sono stati trovati biglietti o altri segni lasciati per giustificare l’accaduto. Secondo la ricostruzione dei fatti, il ragazzo avrebbe deciso di fingere il suicidio perchè la fidanzata voleva lasciarlo per abuso di alcool da parte del ventenne.
Intervenuti i sanitari del 118 di Pisogne ed un’automedica dell’ospedale di Lovere veniva infine constatato lo stato di buona salute del ragazzo, che è stato convinto a farsi ricoverare presso il pronto soccorso di Alzano Lombardo per un approfondimento medico e una squadra dei vigili del fuoco volontari di Lovere, prontamente allertati dalla centrale operativa, che predisponeva le necessarie cautele in caso di necessità.
Il ragazzo al termine degli accertamenti è stato denunciato all’autorità giudiziaria per procurato allarme.