IL COMUNE COMMISSARIATO – I sei mesi che sconvolsero Castione. Dal Castionexit al patapunfete “tutti a casa”

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Era la fine di gennaio, Castione sembrava interessato solo a fare primi bilanci della stagione invernale. Quasi all’improvviso le prime dimissioni di una consigliera, Simona Finetti. Che sarà mai, lista unica quella guidata da Angelo Migliorati.

In realtà tutto era cominciato a novembre 2023 quando il sindaco aveva portato in Consiglio comunale per l’approvazione la delibera di “recesso” da Setco Holding Srl. E allora? Ormai la politica del sindaco Migliorati era quella dello “splendido isolamento” una sorta di Castionexit da tutto e da tutti, Dall’Unione dei Comuni, dal Consorzio di Polizia Locale condivisa, da quella che avevamo definito la “Santa alleanza” tra Castione, Clusone e Rovetta, morta sul nascere, dall’uscita rumorosa da Promoserio, perfino con il disinteresse per la Comunità Montana che Castione sembra considerare un ente obsoleto.

Quel 15 novembre invece aveva segnato un primo silenzioso dissenso di parte della maggioranza. Cinque consiglieri (tra cui due assessori) disertarono la seduta. Passa poco più di un mese e il 22 dicembre si torna in Consiglio e all’ordine del giorno c’è l’esame delle “partecipazioni societarie” del Comune. Sembra routine. Invece emergono “perplessità” su quel “recesso”. A esprimere quelle “perplessità” (eufemismo) sono due assessori in carica, uno di area moderata, Fabio Migliorati, anima democristiana da sempre, l’altro di anima leghista, Fabio Ferrari, nientemeno che coordinatore politico della Lega in Alta Valle Seriana, mica paglia. Si dicono preoccupati per la ricaduta occupazionale visto che, saltata la fusione tra Setco Servizi Srl, braccio operativo di Setco Holding Srl, salta tutto, Setco va praticamente in liquidazione.

La maggioranza si spacca, non ancora ufficialmente ma già uno del “cerchio magico” del Sindaco propone provocatoriamente di fare due gruppi, se prima erano in 12 Apostoli ad affiancare il Messia, adesso sono restati in undici, cinque da una parte e sei dall’altra, si sta come d’autunno sugli alberi le foglie, basta ne cada una di quella attaccate all’albero sindacale e salta tutto.

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