GANDOSSO – Alberto, 41 anni, 15 da sindaco: “Una volta mi accendevo, ora sono più riflessivo. Quando nel 2009 abbiamo battuto la roccaforte rossa…”

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Ha indossato di nuovo la fascia tricolore poco più di due mesi e dopo essere stato eletto sindaco più giovane d’Italia, ora è il più giovane a dare il via al suo quarto mandato. Era l’8 giugno 2009 quando Alberto Maffi – classe 1983 – veniva proclamato primo cittadino per la prima volta, aveva 25 anni (i 26 li ha compiuti il 7 luglio). “È proprio da qui che vorrei partire, perché credo che la legge sul terzo mandato sia stata la dimostrazione di un grande momento di democrazia, perché sono i cittadini che scelgono di riconfermare o meno i propri sindaci e abbiamo visto che non è scontato viste alcune situazioni vicine a noi”.

Riavvolgiamo il nastro e torniamo agli esordi: “La mia esperienza nasce nel 2007 come consigliere di minoranza, ero stato il primo dei non eletti nel 2004, e quando il candidato sindaco di allora si era dimesso per motivi personali e sono subentrato io… avevo 23 anni e mezzo. In quel momento eravamo due gruppi di minoranza e con l’avvicinarsi delle elezioni del 2009 abbiamo deciso di unire le strade; ho accettato solo a quella condizione per dare un segnale diverso rispetto agli anni Novanta e Duemila dove le liste erano sempre divise. Ci siamo presentati uniti e abbiamo vinto nella roccaforte rossa che resisteva da 34 anni”.

Perché questo cambiamento? “La somma dei voti presi dai due gruppi di minoranza già nel 2004 superava quella del sindaco vincente ed era chiaro che i tempi fossero maturi. Io rappresentavo il punto d’incontro tra le due anime che avevano sempre viaggiato in modo parallelo e non si erano mai incrociate”.

Quando ti sei avvicinato al mondo dell’amministrazione? “Sono sempre stato interessato alla cosa pubblica e alle vicende politiche fin dai tempi del liceo e quindi nel 2004, quando ero uno studente universitario, mi era stato chiesto di candidarmi, ci ho pensato qualche giorno e poi ho accettato”.

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